Stereotipi di genere in lavoro e sfere decisionali, cosa sono e come funzionano

Le ragazze in Italia partono in quarta: studiano di più dei coetanei maschi, hanno un maggiore tasso di passaggio tra la scuola superiore e università, si laureano con voti migliori… E poi nel mondo del lavoro sembra che abbiano tirato il freno a mano: hanno minori tassi di occupazione, minori guadagni, minori posizioni apicali. Perché?

 

Lo spiega, attraverso l’interpretazione dei numeri, il Podcast di ISTAT “Dati alla mano”. Un racconto sonoro che, attraverso indizi statistici, esplora se e quanto In Italia sopravvivano stereotipi di genere che rendono più complesso il pieno sviluppo professionale delle donne.

 

Di mortificazione femminile nel modo del lavoro e nelle sfere decisionali parla anche il CENSIS nel report del progetto RESPECT del 2019.
Non solo le donne hanno maggiori difficoltà a trovare e a mantenere un’occupazione e sono costrette più spesso a ripiegare su un lavoro a tempo parziale, ma faticano anche a ritagliarsi uno spazio nelle posizioni apicali, un fenomeno che abbraccia anche la politica e l’amministrazione della cosa pubblica. Ne risulta che: in Italia solo un imprenditore/libero professionista su quattro è una donna; le donne manager sono appena il 27,0% del totale dei dirigenti, un valore che ci colloca nella parte bassa della classifica dell’Unione Europea e ampiamente al di sotto del valore medio, che è pari al 33,9% (tab.3).
Non solo le donne sono sottorappresentate nelle posizioni apicali, ma tendono anche ad essere vittima di overeducation, vale a dire che, anche quando sono occupate, non è raro il caso che svolgano lavori per cui sarebbe sufficiente un titolo di studio più basso di quello posseduto.

 

Sui temi del protagonismo femminile e della parità di genere, con focus sul Terzo settore, puoi scoprire come contribuire attraverso le iniziative del CSV di Verona previste per la prossima estate.