Un ringraziamento speciale, in occasione del 5 dicembre 35° Giornata Internazionale del Volontariato,
a tutti i volontari e le associazioni che operano lungo la prima linea
Le associazioni di volontariato veronesi hanno continuato a rimanere al fianco del prossimo nonostante l’emergenza Coronavirus, spesso ingegnandosi e modificando attività e servizi pur di riuscire a garantirli. Chi ne ha avuto bisogno e ha potuto contare su di loro, anche nei duri giorni del lockdown, lo sa bene.
Come CSV, Centro di Servizio per il Volontariato di Verona, le ringraziamo attraverso un breve video che ne mette in risalto le voci e i pensieri, in occasione della 35° Giornata Internazionale del Volontariato, ricorrenza voluta dall’ONU, che si tiene il 5 dicembre. «È importante dare rilievo a chi opera spesso in silenzio per il bene collettivo, in particolare in questo periodo di pandemia», riflette Cinzia Brentari, direttore CSV «il video testimonia il vissuto dei volontari nel periodo più duro del lockdown, le loro paure, ma anche l’incredibile forza delle relazioni e del volontariato, che li ha spinti lungo la prima linea, a fianco dei cittadini».
Il video dà vita ai dati e alle narrazioni raccolti dalla ricerca Emergenza COVID-19 e volontariato veronese. Impatto e resilienza nei mesi del lockdown – marzo/aprile 2020, promossa dal CSV di Verona e condotta da ELL – Economics Living Lab, spin off dell’Università degli Studi di Verona.
Oltre 2 associazioni su 3, il 65per cento, ha continuato l’attività, pur riducendola, anche durante il lockdown degli scorsi marzo e aprile. Il 35per cento, invece, ha dovuto interrompere le proprie attività principalmente per il rispetto dei decreti governativi.
L’indagine ha fatto luce sul contesto e le risposte del volontariato veronese durante il lockdown e ha permesso di delineare le criticità e gli adattamenti adottati dal volontariato e dagli enti del Terzo settore nella gestione della situazione emergenziale. È emerso, tra le altre cose, che le principali risposte delle organizzazioni di volontariato attivate specificamente in risposta alla pandemia e durante il lockdown nel periodo marzo-aprile 2020 sono state: supporto psicologico, ascolto e compagnia per via telefonica per circa il 20per cento delle associazioni; distribuzione di beni di prima necessità (cibo, farmaci) al domicilio di soggetti fragili (16percento). Inoltre, raccolte fondi, attività formative e educative, volontariato sanitario.
«In questi mesi il CSV di Verona ha lavorato a fianco delle associazioni rilevando lo stesso impegno e le stesse difficoltà nei volontari veronesi attivi per i cittadini. Questa inchiesta longitudinale quanti-qualitativa è per noi preziosa per valutare situazioni e bisogni e per orientare il lavoro del CSV in supporto del volontariato e, a ricaduta, dei cittadini», spiega Chiara Tommasini, presidente del CSV di Verona.
A darne rilievo, del resto, sono state anche le Nazioni Unite che quest’anno hanno scelto come tema della Giornata Internazionale del Volontariato proprio la pandemia, dal momento che nei mesi scorsi, mentre il Covid-19 imperversava nel mondo, i volontari sono stati in prima linea nelle risposte mediche, comunitarie e sociali. Un ruolo chiave, evidenziato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che tuttavia non è stato abbastanza riconosciuto, specialmente a proposito del benessere e dell’accesso alle cure per gli stessi volontari.
La ricerca è stata condotta tramite un questionario online – e successive interviste ad hoc – inviato a organizzazioni di volontariato (ODV) ed enti del Terzo settore (ETS) veronesi presenti nei registri pubblici, circa 800. Le realtà che hanno risposto al questionario, compilato tra il 30 aprile e il 4 giugno, sono state 158: circa il 20percento, considerato un buon tasso di risposta per le indagini condotte online che non prevedono compensi o benefits per il compilatore. Si tratta per il 41per cento di associazioni che operano nell’assistenza sociale, 20 per cento in ambito sanitario. Inoltre, nei settori di ricreazione e cultura, pronto intervento e protezione civile.
Le problematiche più rilevanti della cittadinanza durante il lockdown, così come percepite dalle ODV, sono state: solitudine (34percento); aumento della povertà (24percento), aumento o insorgenza di casi di depressione o di patologie psichiatriche (13per cento), difficoltà nella gestione domestica (11per cento).
Molto sentite, inoltre, le incognite sul futuro. Per quanto riguarda la previsione relativa alle entrate delle organizzazioni nel prossimo bilancio, la percezione risulta negativa: quasi il 40per cento delle realtà intervistate preannunciano una riduzione superiore al 50percento.
Informazioni
Coordinatrice – Cinzia Brentari direttore@csv.verona.it