Conosci il paradosso del lampione? Insegna a guardare dove non abbiamo ancora fatto luce

Sotto un lampione c’è un ubriaco che sta cercando qualcosa.
Si avvicina un poliziotto e gli chiede che cosa abbia perduto.
«Ho perso le chiavi di casa», risponde l’uomo, ed entrambi si mettono a cercarle.
Dopo aver guardato a lungo, il poliziotto chiede all’uomo ubriaco se è proprio sicuro di averle perse lì.
L’altro risponde: «No, non le ho perse qui, ma là dietro», e indica un angolo buio in fondo alla strada.
«Ma allora perché diamine le sta cercando qui?»
«Perché qui c’è più luce!»

Questa “parabola” è conosciuta come il paradosso del lampione ed è raccontata da Paul Watzlawick nel suo celebre libro Istruzioni per rendersi infelici (1983).

A parte strapparci un sorriso che cosa ci insegna il racconto?
Quando perdiamo qualcosa, qualsiasi cosa (un’amicizia, una comunicazione efficace, noi stessi…) questo accade il più delle volte in una zona buia e poco conosciuta in noi. Per paura, però, il più delle volte cerchiamo le soluzioni sotto il lampione delle nostre sicurezze. E allora se le cose non vanno è colpa dell’altro, del destino, del fatto che non mi hanno capito, che gli altri hanno una cultura diversa dalla mia… tutte risposte che mettono in luce che il problema è fuori di me.

In verità, per cercare davvero dove abbiamo perso qualcosa (o dove semplicemente abbiamo perso noi stessi) serve il coraggio di dire: forse ho sbagliato qualcosa, sono responsabile di questo insuccesso, non sono riuscito a spiegarmi bene, mi sono focalizzato troppo sulla mia esperienza. Questo perché il più delle volte la soluzione è nascosta al buio, dentro di noi, nella zona scomoda che ci chiede di fare un passo più la delle nostre abitudini.
In fondo è solo esplorando queste zone che, sobri, troveremo la chiave per rincasare.


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Per maggiori informazioni

Annunziata Ferraro, responsabile area formazione a.ferraro@csv.verona.it