Con il Decreto del 5 marzo 2020, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 aprile 2020 dal Ministero Lavoro e Politiche Sociali, sono disponibili i modelli di bilancio che gli enti del Terzo settore (ETS) dovranno adottare a partire dall’anno 2021.
L’art. 13 del D.lgs 117/17 conteneva, infatti, la previsione di rendiconto obbligatorio per tutti gli enti del Terzo settore previsto “per cassa”, per gli ETS più piccoli, e in forma di bilancio di esercizio, per gli enti più strutturati, tuttavia non del tutto operativo in attesa di questo Decreto, con previsioni di modelli di bilancio.
In attesa dell’apertura del Registro Unico nazionale del Terzo Settore, e della futura iscrizione di molti enti non profit in questo registro per acquisire lo status di ETS, si ricorda che ad oggi gli ETS sono solo le organizzazioni di volontariato iscritte (ODV), le associazioni di promozione sociale (APS) iscritte e le ONLUS iscritte.
Il Decreto, che nel suo allegato riporta gli schemi di bilancio, sottolinea la differenza dimensionale tra gli ETS con ricavi, rendite, proventi o entrate comunque denominate, non inferiori a 220.000,00 Euro, che applicando il principio di competenza, utilizzeranno il modello di bilancio composto di:
e gli ETS con dimensione economica inferiore che applicheranno il semplice modello “per cassa”, precisando che si tratta di schemi fissi, non modificabili nelle voci di indicazione principali, potendosi però raggruppare le voci minori quando siano irrilevanti, o aggiungere voci secondarie quando questo serva ai fini di chiarezza e trasparenza.
I modelli sono anche accompagnati da un comodo glossario per rendere più chiara l’individuazione delle voci di bilancio.
Si nota, in modo particolare, come le voci siano suddivise per attività di interesse generale, che sono le attività istituzionali dell’ente, dell’art. 5 del D.lgs 117/17, e le altre attività diverse dell’art. 6 D.lgs 117/17, secondarie e strumentali, e possibili se previste dallo statuto, per i cui criteri e modalità si è in attesa di un Decreto apposito.
Una rilevante innovazione è l’inserimento, sotto agli schemi di bilancio, di una tabella relativa a costi e proventi figurativi, che stanno a indicare elementi che non rilevano ai fini della tenuta della contabilità, ma sono da considerarsi elementi di gestione associativa. Un esempio di costi figurativi è la “valorizzazione” delle ore volontariato effettivamente prestate, facendo riferimento alla retribuzione oraria lorda per la stessa attività svolta con personale retribuito.
Il CSV di Verona organizzerà momenti di approfondimento e studio dei modelli, con lo scopo di accompagnare le associazioni attraverso questa novità, tenuto conto anche del fatto che i modelli disposti dovranno utilizzarsi a partire dall’esercizio 2021 (quindi bilanci approvati nell’anno 2022).
Informazioni
CSV di Verona
Ufficio Consulenze – Elena D’Alessandro consulenze@csv.verona.it