Coronavirus e attività di volontariato realizzabili

Nel quadro normativo in continua evoluzione rispetto alle misure per prevenire il contagio da Coronavirus, CSVnet ha commissionato allo Studio Degani di Milano un parere su come i volontari e le organizzazioni non profit possono continuare a svolgere le loro attività in sicurezza, seguendo le misure previste.

 

In particolare, rispetto alle attività di volontariato realizzabili, sembrerebbero legittime, e quindi ammesse, le attività di volontariato a favore di situazioni di particolare bisogno, ad esempio nei confronti delle persone anziane e disabili, in ragione della dimensione solidaristica che costituzionalmente le caratterizza. E ciò è giustificato dallo stato di necessità che caratterizza i servizi sociali, al fine di soddisfare esigenze primarie non rinviabili.

Le FAQ (domande frequenti) al “Decreto #IoRestoaCasa, emesse dal Governo il 15 marzo 2020, confermano che l’attività di volontariato singolo o organizzato può essere svolta nei confronti delle fasce deboli della popolazione (ad esempio anziani o disabili) per consegnare loro alimenti, farmaci o altri generi di prima necessità, o anche per il disbrigo di pratiche amministrative (quali il pagamento delle bollette). Tali servizi si possono considerare necessari in quanto strumentali al diritto alla salute o ad altri diritti fondamentali della persona (alimentazione, igiene, ecc.).

Tali servizi potranno quindi essere erogati dai volontari e dalle organizzazioni (qualora le attività in questione rientrino in quelle previste dallo statuto), sempre però nel rispetto delle prescrizioni disposte per i singoli individui, ed in particolare:

  • l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro dagli utenti e dagli altri operatori o, comunque, ove questo non sia possibile, utilizzando i presidi sanitari necessari;
  • l’obbligo di compilare e di portare con sé l’autodichiarazione, indicando tra le motivazioni dello spostamento lo stato di necessità (barrando l’apposita casella) e più oltre, dove è richiesta l’esplicitazione della motivazione indicata, descrivere l’attività svolta (ad esempio, la consegna di generi alimentari al domicilio di anziano solo e impossibilitato). Potrebbe altresì rivelarsi utile (ma non indispensabile) il possesso da parte del volontario di una attestazione dell’organizzazione di appartenenza che dia certezza della sua qualifica di volontario.

Nelle FAQ il Governo ha inoltre evidenziato l’opportunità che tali attività, svolte dai volontari, “vengano sottoposte a coordinamento da parte dei servizi pubblici territoriali” (che fanno solitamente capo ai Comuni), al fine di organizzare al meglio gli interventi e distribuirli su tutto il territorio. È quindi consigliabile che l’ente dia comunicazione al Sindaco/Assessorato ai servizi sociali in merito all’attività svolta sul territorio comunale.

Detto questo, è importante sottolineare ancora una volta come nella situazione attuale tutti debbano essere responsabili, e cercare di rimanere il più possibile a casa al fine di non mettere in pericolo la vita degli altri individui. Tale considerazione porta innanzitutto a consigliare ai volontari di non muoversi in forma singola ma per il tramite di organizzazioni strutturate; e deve portare gli enti che pianificano e realizzano interventi in questa situazione emergenziale ad essere coscienti e consapevoli delle responsabilità che essi hanno nei confronti dei loro volontari, e quindi ad adottare tutte le misure al fine di tutelarli il più possibile.

 

Osservazioni più complete su tutti gli altri aspetti, sono presenti nelle linee guida “Prime indicazioni sull’attività e la mobilità dei volontaria”.

 

Fonte: CSVnet