Come trasformare una donazione natalizia in un affare

È iniziato il periodo pre-natalizio e si iniziano a programmare i regali. Cosa c’è di meglio che approfittare dell’occasione per sostenere il no profit veronese? Regali natalizi solidali per i propri clienti e dipendenti oppure regalare una adozione a distanza o un contributo per un progetto specifico o, perché no, regalarsi una donazione a una associazione.

Tutto ciò non comporta solo l’essersi liberati dal pensiero dei regali natalizi o l’aver fatto un gesto di solidarietà, ma ha spesso anche dei vantaggi fiscali per chi dona.
Numerose norme prevedono agevolazioni fiscali per chi sostiene direttamente le cause no profit: si pensi ad esempio alle donazioni a fondazioni di ricerca o ad enti culturali riconosciuti. Indubbiamente il Codice del Terzo Settore ha fornito uno straordinario impulso al fundraising e alle agevolazioni sulle donazioni. Vediamo cosa ci guadagna chi dona.

Se sei un cittadino, è possibile fare una donazione che verrà detratta fino ad un massimo di 30.000 euro, cioè sottratta dalle imposte dovute, in sede dichiarazione dei redditi, per un importo pari al 30% della somma donata se l’associazione cui viene fatta la donazione è un ente del Terzo settore iscritto, per un importo pari al 35% della somma donata se l’ente è in particolare una organizzazione di volontariato iscritta. Ma attenzione: dovrà essere erogata tramite versamento bancario o postale, oppure con altri mezzi comunque tracciabili (carte di credito, assegni bancari, carte prepagate) perché la donazione effettuata in contanti non consente alcuna agevolazione.
Potresti anche scegliere di non detrarre parte della somma donata ma di dedurla interamente, abbassando così la base imponibile su cui corrispondere le imposte, purché entro il 10% del reddito complessivo dichiarato. Per questa deduzione inoltre, se è maggiore rispetto al reddito complessivo, l’eccedenza può essere suddivisa nei tre periodi di imposta  successivi.
Detrazioni e deduzioni sono alternative e non è possibile che siano cumulate con altre agevolazioni per le stesse donazioni. Per ogni annualità va fatta dunque una scelta, se detrarre o dedurre le somme donate: ma cosa conviene? Dipende da diversi fattori, in primis, la somma che si decide di destinare a un ente del Terzo settore. Se con la detrazione il vantaggio fiscale è immediatamente quantificabile (30% o 35% della somma donata), con la deduzione il vantaggio fiscale è quantificabile solo nella dichiarazione dei redditi, essendo parametrato all’aliquota marginale IRPEF propria del contribuente donatore. Se un cittadino ad esempio dona 100 euro, può scegliere se è più conveniente detrarre in dichiarazione dei redditi 30 euro (pagando quindi 30 euro in meno di tasse) oppure, avendo un reddito imponibile di 20.000 euro, abbassare di 100 euro l’imponibile stesso. La scelta se applicare detrazione o deduzione deve essere fatta sull’intera annualità, coinvolgendo tutte le donazioni effettuate da gennaio a dicembre.

Se invece hai un’impresa, l’unica opzione percorribile è quella della deduzione della somma donata, sempre nel limite massimo del 10% del reddito dichiarato.

Queste agevolazioni sono riservate agli enti del Terzo settore e sono state riscritte dal Codice del Terzo Settore (D.ls 117/17): ad oggi questi enti sono, per espressa previsione normativa, le organizzazioni di volontariato iscritte nel registro regionale del volontariato, le associazioni di promozione sociale iscritte nel registro regionale della promozione sociale e le ONLUS iscritte presso la Direzione regionale delle entrate. Solo se la donazione avviene in favore di questi enti quindi, il donatore potrà scegliere tra le agevolazioni viste.

Il donatore deve quindi essere certo che l’associazione alla quale sia uno degli enti descritti e può documentare la donazione conservando la ricevuta bancaria o postale della donazione oppure l’estratto conto. Nel caso invece in cui non sia possibile individuare il destinatario, il donatore dovrà essere in possesso della ricevuta rilasciata dall’ente beneficiario che certifichi lo status di ente del Terzo settore.

Se invece il singolo cittadino o l’impresa desiderassero effettuare una donazione in natura (oggetti ecc.), detrazioni e deduzioni sarebbero teoricamente previste come per le donazioni in denaro, tuttavia ad oggi la piena efficacia delle agevolazioni è sospesa in attesa di un nuovo decreto che ne stabilisca i criteri e le modalità di valorizzazione. Ciò nonostante per alcune tipologie di beni rimane in vigore il regime agevolativo previsto dalla legge così detta “Antisprechi” (L.166/16), che consente a operatori del settore di donare a qualsiasi ente senza scopo di lucro che persegue fini di sussidiarietà, prodotti alimentari che abbiano determinate caratteristiche (invenduti o in eccedenza o non idonei alla commercializzazione), medicinali inutilizzati, prodotti per cura e igiene, e detrarre l’IVA trattandosi di prodotti che non generano ricavi per l’azienda e di operazioni fuori campo IVA.

 

Questo suggerimento è una consulenza del CSV di Verona.