Legge di Stabilità: precarietà e incertezza per il Servizio Civile

 I rappresentanti degli enti e degli operatori volontari scrivono al Governo. Un accorato appello per chiedere la stabilizzazione del Servizio Civile Universale, per i giovani e per la Patria.
«Riconoscere e valorizzare l’Istituto del Servizio Civile quale scuola di educazione civica e palestra di cittadinanza attiva delle nuove generazioni, destinando risorse se non maggiori quantomeno stabili e coerenti con gli investimenti degli anni precedenti» è quello che chiedono la Rappresentanza Nazionale degli Operatori Volontari (RNVSC), il Forum Nazionale Servizio Civile (FNSC), la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), il CSVnet – Associazione nazionale centri di servizio per il volontariato, con una lettera indirizzata al Governo.

Un accorato appello dei giovani e degli enti volto a richiamare l’attenzione sul futuro del Servizio Civile Universale in questi mesi in cui si sta lavorando alla legge di Bilancio 2024. «Dopo un triennio che ha visto il potenziamento del contingente, anche grazie ai fondi del PNRR, il Servizio Civile rischia di scivolare nuovamente in una situazione di precarietà e incertezza. Il bando che sarà emanato entro la fine del 2023, infatti, secondo quanto previsto dal Documento di Programmazione Finanziaria 2023 del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile universale, prevede l’avvio di appena 45.000 giovani, a fronte dei 71.000 dell’anno scorso, e di circa 80.000 posizioni messe a disposizione dagli enti in fase di progettazione. Ancora più preoccupante è la disponibilità finanziaria prevista dalla Legge di Bilancio per il prossimo anno che ammonta a soli 150 milioni di Euro, sufficienti ad avviare appena 20.000 giovani. Numeri che ci allontanano dall’obiettivo di renderlo davvero universale e dalla possibilità di assicurare a tutti i giovani l’opportunità di servire pacificamente la Patria, impegnarsi per la propria comunità e il bene comune» scrivono gli enti.

I rappresentanti chiedono quindi al Governo e alle forze parlamentari «di utilizzare i risparmi dei mancati avvii del bando in corso, pari ad almeno 130 milioni, per potenziare il bando 2023 e di prevedere nella nuova Legge di bilancio almeno 280 milioni aggiuntivi per il 2024, che permetterebbero di avviare un contingente di 60.000 operatori volontari in Italia e 1.500 all’estero».

«In una situazione di forte tensione sociale e di sfilacciamento delle nostre comunità, il Servizio Civile rappresenta un potente strumento di coesione e inclusione. È inoltre un’opportunità educativa unica, che fonda il processo di apprendimento sull’esperienza, e forma giovani cittadini capaci di assumersi responsabilità e di impegnarsi per le comunità, favorendo l’acquisizione di competenze civiche, sociali e professionali spendibili anche nei percorsi futuri, di vita e di lavoro” sottolineano RNVSC, FNSC, CNESC e CSVnet. «Un valore sociale ed educativo dimostrato in questi 50 anni, come più volte richiamato dallo stesso Ministro Abodi, che ha lavorato per un riconoscimento materiale e culturale dell’esperienza di Servizio Civile attraverso la previsione di una riserva di posti nei concorsi della PA per i giovani che lo hanno svolto».
«Tutto il mondo del Servizio Civile seguirà con grande fiducia i lavori parlamentari dei prossimi giorni e ci rendiamo, sin da ora, disponibili a qualsiasi utile confronto» concludono i promotori dell’appello.