In occasione delle prossime elezioni amministrative comunali di Verona, abbiamo raccolto le istanze delle associazioni da proporre in una lettera aperta alle istituzioni, ai rappresentanti politici e quindi ai prossimi candidati sindaco.
Vogliamo idealmente consegnare questa lettera il 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana, della democrazia e della partecipazione, poiché il volontariato è democrazia e partecipazione, grazie ai quali interviene per portare benessere e sviluppo sociale, migliorando il luogo in cui viviamo. In questo senso il volontariato ha una funzione politica.
«Il volontariato è una straordinaria energia civile
che aiuta le comunità ad affrontare le sfide del tempo
e le sue difficoltà.
Rinsalda i legami tra le persone, è vicino a chi si
trova nel bisogno, riduce i divari sociali,
promuove l’accoglienza e la sostenibilità.»
Sergio Mattarella, 5 dicembre 2021
Il volontariato chiama istituzioni della città e rappresentanti politici
Carissime istituzioni, rappresentanti politici e candidate/candidati sindaci della città di Verona,
abbiamo scelto questa data significativa per una lettera “volontaria” di chiamata e di stimolo, perché crediamo che il volontariato sia una delle più belle forme di democrazia partecipata, ma anche perché ci piace pensare che impegno politico e impegno volontario abbiano molti punti in comune.
Sappiamo che dove c’è più impegno individuale dei cittadini nelle associazioni e nelle attività di volontariato, c’è spesso più partecipazione politica nelle società democratiche.
L’agire organizzato all’interno di un’associazione è una grande scuola di democrazia. In questo Verona è una città che ha tanti esempi di cittadinanza e partecipazione attiva da portare e da continuare a valorizzare.
E il buon volontariato, così come la buona politica dovrebbero essere autentici generatori di “capitale sociale”, bene di cui la nostra città e le nostre comunità hanno tanto bisogno, soprattutto per uscire dagli strascichi di difficoltà, divisioni, povertà, disuguaglianza che ci hanno lasciato due anni di pandemia.
L’impegno politico dovrebbe essere la più alta forma di ideale contributo alla democrazia, al benessere collettivo, al prevalere dell’interesse delle comunità sugli interessi personali.
Ci piace pensare – e diventa una richiesta – che un buon sindaco, così come un buon volontario sa, debba avere le capacità di ascolto, di reale interesse per i tutti i suoi cittadini, di assunzione di responsabilità, di impegno e di autenticità e trasparenza nell’operare.
Partiamo dalla nostra esperienza – che conta 25 anni – di informazione, sensibilizzazione, promozione al volontariato, di formazione e consulenza con cui abbiamo incontrato molte realtà e istituzioni per cercare di sviluppare progetti di crescita e di innovazione per la comunità.
Chiediamo di mantenere una attenzione necessaria per il Terzo settore e il volontariato, motori di ripartenza delle comunità dopo gli anni difficili della pandemia e in un’Europa in cui è tornata la drammaticità della guerra. Questa attenzione e questo riguardo non saranno tempo perso, perché l’associazionismo ha spesso portato sguardi nuovi, cambi di visione, per andare oltre le abitudini verso l’innovazione e il miglioramento.
Crediamo sia necessario:
- Riconoscere il ruolo chiave di Terzo settore e del volontariato in tutti gli aspetti della vita della città: salute, sociale, ambiente, cultura e ricerca, diritti, ma anche economia e lavoro. Questo vuol anche dire farsi portatore delle istanze del Terzo settore nelle interlocuzioni dell’amministrazione comunale con altre istituzioni, in specifico quelle nazionali incaricate dell’attuazione della Riforma del Terzo Settore, che in questi anni ha subito rallentamenti ed è spesso percepita con un senso di “aumento di burocrazia”.
- Promuovere iniziative congiunte che favoriscano spazi di dialogo e partecipazione del Terzo settore e del volontariato nell’interlocuzione con i decisori politici sui temi della città. Il Codice del Terzo Settore attraverso gli istituti della co-progettazione e della co-programmazione ne ha fornito gli strumenti giuridici. Non lasciamo che rimanga solo teoria astratta. Così come le ricadute del PNRR anche sul coinvolgimento attivo del volontariato e Terzo settore, vanno considerate.
- Pianificare sostegni economici alle attività delle associazioni, direttamente e attraverso la riduzione di costi per affitti e di altri oneri, nei modi il più possibile chiari e trasparenti. Se vi fosse un dubbio, il tempo indirizzato e donato dai volontari compenserà ampiamente questo sostegno, soprattutto nelle realtà più piccole ricche di tanto volontariato.
- Facilitare l’accesso a spazi (gratuiti/in comodato d’uso/ a costo calmierato) come sedi associative e per la realizzazione di eventi e attività. Si potrebbe promuovere l’utilizzo a favore delle associazioni di spazi inutilizzati non solo di proprietà dell’amministrazione comunale, ma anche di altri attori sul territorio, mediante opportune convenzioni.
- Semplificare il più possibile le procedure relative alla prenotazione da parte delle associazioni delle sale comunali per eventi e attività associative o per le richieste di occupazione del suolo pubblico per eventi associativi.
Potremmo dire che il volontariato in questa nuova sfida del Terzo settore non vuole arretrare, né essere visto come ripiego nell’emergenza, ma sente la possibilità di essere un partner riconosciuto, capace di collaborare e di rilevare le necessità che cambiano.
È stato quindi importante e significativo raccogliere dalle associazioni socie del Comune di Verona, una serie di istanze su temi di cura, assistenza, attenzione allo sviluppo sostenibile della città, che si incrociano con le necessità precedentemente descritte.
Mettono al centro i bisogni delle persone, come è prevedibile vista la forte umanità e sensibilità dell’associazionismo.
- Rigenerazione urbana, ambientale e housing sociale: la necessità di una città che si trasforma, si rigenera e cresce a misura di persona è sempre più sentita, ma sarà possibile in questo processo trovare forme di ascolto dei cittadini e di collaborazione tra amministrazione pubblica e Terzo settore, come “antenna sul territorio” e portatore di idee e servizi essenziali? Si potrà pensare a una città accogliente nel suo ambiente urbano, nelle case e nei servizi anche senza barriere architettoniche, nei parchi, nei marciapiedi (soprattutto per le carrozzine) e nelle strade? Si può pensare a una città che metta al centro la persona in questa trasformazione?
- Urbanizzazione e invecchiamento demografico: il modo in cui una città affronta il tema dell’invecchiamento demografico, della cura e dell’accompagnamento degli anziani, attivi o che necessitano di assistenza, impatta sulla qualità di vita della comunità tutta. Si riuscirà a garantire agli anziani e alle persone fragili, in particolare, le cure e il diritto alla dignità e alla qualità della vita in qualunque situazione esse si trovino, a domicilio o nelle case di riposo, e nelle aziende ospedaliere?
- Salute dei più fragili, dei più deboli e delle minoranze: la salute è un bene prezioso per tutti, ma particolare attenzione va posta alle persone più fragili e marginali, a chi soffre di malattie rare, a chi non è in grado di far valere il suo diritto alla salute, che dovrebbe essere garantito. Sarà possibile coinvolgere con le istituzioni tutta la società, il terzo settore e il volontariato per una presa in carico globale e coordinata?
- Ospedali e città: la presenza di ospedali con diverse specialità, molte rivolte anche ai bambini, è accompagnata da percorsi di cura importanti riconosciuti a tutti i livelli.
L’amministrazione pubblica gioca un ruolo importante per favorire l’accoglienza di famiglie che si trovano ad avere propri membri, soprattutto bambini, in cura presso le strutture sanitarie della città, cui è necessario mettere a disposizione alloggi e facilitazioni per affrontare le pratiche burocratiche, soprattutto per i nuclei stranieri. Sarà possibile pensare alla presa in carico globale e cura di tutti i soggetti coinvolti?
- Disabilità adulta: un’attenzione specifica alle problematiche delle persone con disabilità over-65 per le quali sono carenti non solo strutture dedicate di accoglienza, ma anche politiche e percorsi di accompagnamento. Si sente spesso parlare di “dopo di noi” come di una prospettiva che guarda al futuro. Si potranno avviare tavoli permanenti di progettazione su questo tema e pensare, costruire, prospettive di vita e di autonomia?
- Persone senza fissa dimora: nella la nostra città vivono persone senza fissa dimora e in marginalità estrema che vanno sostenute e accompagnate per favorire una loro integrazione sociale. Sarà possibile potenziare e facilitare l’accesso ai servizi di prima accoglienza e di sostegno sociale in attiva collaborazione con la rete di associazioni operanti sul territorio?
- Giovani e partecipazione nella società: il tema dei giovani viene ripreso da più parti come elemento di attenzione per una necessaria partecipazione alla cittadinanza attiva. Sapremo favorire iniziative di volontariato con aggregazioni formali e non formali, fiduciosi che il futuro debba essere costruito necessariamente in una forma di accompagnamento attivo di tipo intergenerazionale e interculturale?
- Famiglie e crescita sociale: il trend di denatalità è sentito da più parti con prospettive non facili per il futuro. Sapremo sostenere le famiglie nella crescita e nella partecipazione alla vita delle comunità in maniera responsabile e attiva, in una collaborazione reciproca, volontaria e solidale?
Possiamo pensare a una lista di istanze che possono cambiare, aumentare o anche diminuire a fronte di attività e soluzioni.
A tutti i rappresentanti politici l’augurio di un percorso virtuoso di servizio alla comunità e soprattutto la disponibilità a collaborare in un dialogo continuo.
Presidente, Consiglio Direttivo e Associazioni