Giustizia riparativa a Verona, facciamo il punto

La definizione di “giustizia riparativa” più diffusa tra le varie istituzioni pubbliche a livello internazionale, è quella già presente nella Risoluzione ONU n. 12/2002 del Consiglio Economico e Sociale che la definisce come un «qualsiasi procedimento in cui la vittima e l’autore di reato e, ove opportuno, qualsiasi altro individuo o membro della comunità lesi da un reato, partecipano insieme attivamente alla risoluzione delle questioni sorte dal reato, generalmente con l’aiuto di un facilitatore».

 La giustizia riparativa è un nuovo paradigma della giustizia, in relazione di complementarietà con il sistema penale vigente, che mira a risolvere i conflitti creati dai reati e che negli ultimi quarant’anni si sta sviluppando in varie parti del mondo con successo e soddisfazione.
Il paradigma della giustizia riparativa si fonda su più principi: partecipazione attiva degli interessati; riparazione del danno causato dal reato; adesione libera e volontaria alle iniziative proposte, dopo adeguata informazione sulla loro natura e svolgimento; dialogo deliberativo e rispettoso; eguale attenzione ai bisogni e agli interessi delle persone coinvolte; dimensione collettiva e consensuale degli accordi; presenza di una figura terza con funzioni di facilitatore/mediatore.

 

L’esperienza veronese


In territorio scaligero è presente il Tavolo Permanente per la Giustizia Riparativa di Verona, presentato pubblicamente lo scorso 20 maggio, che aggiungere un tassello importante nel contesto di una scelta filosofico-umanistica di fondo: quella di porre al centro la “persona” e il suo benessere nelle dinamiche relazionali. La giustizia riparativa permette di riparare non qualcosa ma di fare riparazione a qualcuno e scommette sulle persone e le loro capacità positive. Le tre dimensioni coinvolte in un sistema riparativo sono l’autore di reato, la vittima e la comunità che hanno l’opportunità di interagire, supportati da mediatori e facilitatori, verso un obiettivo comune: la ricostruzione di quel legame sociale che si è spezzato al momento della commissione del reato, contribuendo anche a creare sicurezza per i cittadini e per le comunità locali.

Il Tavolo ha redatto un Manifesto nel quale far convergere l’adesione degli enti partecipanti e attraverso il quale comunicare il paradigma riparativo, i valori che lo sorreggono e gli intenti che si propone. In particolare:

  • riconoscere un linguaggio comune nel presentare i temi legati alla giustizia riparativa
  • creare occasioni di sensibilizzazione
  • riconoscere il Tavolo permanente come soggetto di facilitazione nei percorsi e nei processi di giustizia riparativa
  • riconoscere un ruolo attivo, pari dignità e uguali condizioni di accesso a tutte le parti coinvolte in un percorso di giustizia riparativa
  • favorire l’accesso a esperienze di cittadinanza attiva
  • promuovere e valorizzare il volontariato, come pratica di solidarietà e responsabilità civica anche nei percorsi di giustizia riparativa.

 

Sulla base di questi punti comuni, le finalità del Tavolo puntano a tutelare le vittime di reato, a riparare e prevenire le condotte delittuose, a favorire la responsabilizzazione e la ri-socializzazione dei soggetti provenienti dai circuiti penali, a promuovere percorsi per il coinvolgimento della comunità nel processo di riparazione, a sostenere interventi formativi per una giustizia che sia attenta alle persone, ai loro bisogni e al loro benessere relazionale e, infine, alla strutturazione e implementazione di modelli stabili di governance/partecipazione inter-istituzionali e sociali.

In concreto il Tavolo sta lavorando per la definizione e strutturazione di seminari formativi sul tema del paradigma riparativo coinvolgendo nella prima fase avvocati, studenti e giornalisti, con la finalità di promuovere una cultura riparativa e far comprendere come la giustizia riparativa può agire, efficacemente, nella comunità. Opera inoltre per un confronto e un dialogo con alcuni dei soggetti protagonisti della vita pubblica veronese, direttamente coinvolti nei percorsi di “giustizia di comunità e riparativa”, attraverso la realizzazione di interviste.

 

Le origini

 Nel 2018, l’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale di Venezia, in collaborazione con il Centro per la Giustizia Minorile del Veneto – l’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Venezia (USSM), il Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienza e l’Istituto Don Calabria “Casa San Benedetto”, ha avviato il progetto “Stretta di Mano” con l’obiettivo di promuovere il paradigma della “giustizia riparativa” sia attraverso interventi diretti alle persone, che iniziative di tipo culturale. Il progetto è stato attivato anche nella provincia di Verona con la partecipazione dell’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale di Verona (UDEPE).

Le azioni fondamentali del progetto sono state da un lato iniziare a sperimentare delle pratiche di mediazione penale nell’ambito adulti e, dall’altro, istituire un “Tavolo di Giustizia Riparativa a Verona”.
A novembre 2018, durante il Convegno di chiusura del progetto “Stretta di Mano” al quale erano stati invitati tutti gli interlocutori che sul territorio di Verona erano attivi, a vario titolo, sui temi della Giustizia di Comunità e Riparativa, si è proposta l’istituzione di un tavolo permanente per la giustizia riparativa. La proposta è stata accettata da numerosi enti, pubblici e del Terzo settore.

  

Chi partecipa al Tavolo

 Il Tavolo ha individuato nell’UDEPE Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Verona il promotore di una prima formalizzazione che, con la sua direzione, ha promosso l’adesione formale degli enti concretizzatasi tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020. Oggi il Tavolo conta 11 realtà coinvolte e impegnate che, da maggio 2019, si sono incontrate con cadenza mensile.

I promotori del Tavolo Permanente per la Giustizia Riparativa – Rete di Verona:
Istituto Don Calabria “Casa San Benedetto”
Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Verona

 

Gli aderenti:
ASAV-Associazione Vittime del reato di Verona
Associazione “La Fraternità”
Camera Penale Veronese
Caritas Diocesana Veronese Cooperativa sociale “Il Samaritano”
Centro di Servizio per il Volontariato di Verona
Comune di Verona e Garante dei Diritti dei detenuti e delle persone private della Libertà di Verona
Dipartimento di Scienze Umane – Università degli studi di Verona
Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto
Prefettura di Verona
Con la partecipazione dell’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Venezia (USSM)

 

  • Rivedi la conferenza stampa di presentazione, 20 maggio 2021
    Con la presenza di:
    Federico Sboarina, Sindaco Comune di Verona
    Silvio Masin, Istituto Don Calabria “Casa San Benedetto”
    Stefania Zambelli, Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Verona
    Daniela Chemi, Capo di Gabinetto Prefettura di Verona

 

  • Rivedi l’approfondimento,20 maggio 2021
    Con la partecipazione di:
    Anna Tantini, Istituto Don Calabria “Casa San Benedetto”
    Stefania Zambelli, Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Verona
    Emma Benedetti, ASAV-Associazione Vittime del reato di Verona
    Giuseppe Galifi, Presidente Associazione “La Fraternità”
    Anna Noemi De Marchi e Barbara Sorgato, Camera Penale Veronese
    Marco Zampese, Direttore cooperativa sociale “Il Samaritano”
    Alessandro Ongaro, Caritas Diocesana Veronese Cooperativa sociale “Il Samaritano”
    Chiara Tommasini, Presidente Centro di Servizio per il Volontariato di Verona
    Irene Magri, Referente di area Centro di Servizio per il Volontariato di Verona
    Giuseppe Baratta, Comune di Verona e Garante dei Diritti dei detenuti e delle persone private della Libertà di Verona
    Cristina Lonardi, Dipartimento di Scienze Umane – Università degli studi di Verona
    Daniela Zanferrari, Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto
    Valerio Quercia, Prefettura di Verona