“Tornare in ospedale, non appena possibile, al fianco dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie, per contribuire a trasformare ancora una volta il mondo dell’Ospedale e renderlo sempre più a misura di bambino: questo è l’obiettivo che non abbiamo mai perso di vista.
L’emergenza COVID-19 ci ha costretti per qualche mese lontano dalle pediatrie, ma ABIO è rimasta salda e unita, ha lavorato da remoto attraverso le iniziative #abioanchedalontano per non far mancare ai bambini e alle famiglie in ospedale un sorriso accogliente e un momento di svago e di gioco.
Non sappiamo ancora quando sarà possibile riprendere il servizio in reparto, ma sappiamo perché vogliamo farlo: per continuare a prenderci cura dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie nel momento difficile dell’impatto con l’Ospedale.
Un impegno preso dal 1978 e realizzato ogni giorno dai nostri volontari, in tutta Italia.”
Prof. Vittorio Carnelli, Presidente Fondazione ABIO Italia Onlus
La Giornata Nazionale ABIO, è un’occasione unica che l’associazione aspetta, anno dopo anno, per raccontare la straordinaria storia a misura di bambino e portare in piazza, da 16 anni, l’ #orgoglioABIO.
Quest’anno, vista l’emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo, l’associazione ha deciso di trasformare la Giornata Nazionale ABIO del 26 settembre in un grande evento online che darà la possibilità a coloro che in tutta Italia vogliono sostenere l’Associazione per il Bambino in Ospedale di ricevere direttamente a casa una confezione di pere a fronte di una donazione.
Sul sito www.giornatanazionaleabio.org dal 7 settembre al 7 ottobre sarà possibile prenotare una confezione (contenente due cestini di pere) per sostenere l’attività di ABIO su tutto il territorio nazionale.
Si potrà scegliere di destinare la donazione ad ABIO Verona e di regalare i cestini a parenti e amici!
Per tutto il mese saranno disponibili sul sito le testimonianze dei volontari ABIO, che racconteranno con foto e video come stanno vivendo questo periodo lontano dai reparti di pediatria e che cosa sperano per il prossimo futuro. Si potranno scoprire direttamente dai loro racconti le iniziative che hanno organizzato e le attività #ABIOadistanza realizzate in questi mesi, per tenere compagnia anche da lontano ai bambini, agli adolescenti e alle famiglie che hanno vissuto o stanno affrontando la difficile esperienza dell’ospedale.
Il contributo di tutti sarà fondamentale per finanziare i corsi di formazione base per nuovi aspiranti volontari e di formazione permanente per chi è già volontario, per preparare tutti alle nuove regole ed essere pronti a tornare in servizio appena sarà possibile.
Prenotando una confezione di ottime pere, sarà possibile sostenere ABIO e costruire con noi un nuovo inizio: #sPeraconABIO!
PerAMORE, perABIO, grazie a tutti voi!
ABIO
ABIO è stata fondata a Milano nel 1978 per promuovere l’umanizzazione dell’ospedale.
I volontari ABIO si occupano di sostenere e accogliere, in collaborazione con medici e operatori sanitari, bambini e famiglie che entrano in contatto con la struttura ospedaliera.
Fondazione ABIO Italia ONLUS coordina e promuove l’attività delle oltre 61 Associazioni ABIO che con i loro 5.000 volontari, in oltre 200 reparti pediatrici, offrono un valido e costante supporto ai bambini, agli adolescenti e alle loro famiglie.
ABIO Verona
ABIO Verona, grazie al progetto DASH Ospedale Amico, ha iniziato la sua attività a Verona nel 2000 presso il Policlinico G. B. Rossi – Borgo Roma, proseguendo poi negli anni successivi la sua azione in altri ospedali.
Attualmente è presente nei reparti pediatrici ed alcuni reparti speciali (Oncoematologia pediatrica e Terapia Intensiva Pediatrica) dell’Ospedale della Mamma e del Bambino di Verona, dell’Ospedale di San Bonifacio, dell’Ospedale di Villafranca.
L’attività dei volontari si rivolge sia al bambino che ai suoi genitori.
Per quanto riguarda il bambino il volontario ABIO Verona:
Nei confronti dei genitori il volontario ABIO Verona:
Ogni anno l’associazione realizza:
Tutto questo è reso possibile dalla quotidiana generosità di tante persone che, in questi anni, hanno lavorato con grande impegno per umanizzare l’ospedale e renderlo un luogo accogliente per il bambino ammalato e la sua famiglia.
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