20 anni di CSV. Da Furlan alle sfide della riforma del Terzo settore

Il Centro Servizio per il Volontariato che coordina le 427 Organizzazioni di Volontariato di città e provincia, ha tagliato il traguardo dei due decenni di attività. Nato nel ’97, grazie ad una lungimirante legge di alcuni anni prima che concretizzò l’idea del principio di sussidiarietà con la creazione dei CSV, si è evoluto negli anni passando da ente erogatore di fondi alle Associazioni di Volontariato a realtà attiva che progetta essa stessa per poter dare alle associazioni non contributi in denaro ma competenze, innovazione, formazione.
Il Bilancio 2016, approvato dall’assemblea riunitasi alcuni giorni fa, mostra con i numeri i risultati raggiunti e l’impegno quotidiano: dalle 1.760 consulenze erogate nell’ultimo anno ai 1.035 volontari formati, di cui 441 con corsi a gestione diretta.
I protagonisti della storia del CSV, tra passato, presente e futuro, ripercorrono le tappe salienti dell’ente raccontando gli obiettivi raggiunti di ieri e tracciando le sfide per domani.


 
Fondato nel ’97, il CSV a Verona si costituì su spinta della Provincia. Al tempo il CSV gestiva e coordinava un centinaio di Organizzazioni di Volontariato ed era già un ente in rapido sviluppo che a stretto giro si sarebbe evoluto mettendosi concretamente a servizio del mondo solidale del territorio, anche attraverso una governance composta dagli stessi rappresentanti delle associazioni. È nei primi anni del Duemila, infatti, che su spinta dell’allora presidente Carlo Furlan, il CSV passa nelle mani della Federazione del Volontariato di Verona Onlus che ne diventa ente gestore e in cui sono federate 256 organizzazioni di volontariato del territorio.

Ad oggi, il CSV è una struttura che coordina 427 Organizzazioni di Volontariato locali – con sportelli attivi anche a Bussolengo, Legnago, San Bonifacio, Villafranca – proponendo formazione, consulenza e promuovendo bandi di idee e nuove progettualità, forme di cooperazione con il mondo profit e no-profit. Una serie di attività rendicontate annualmente nel bilancio sociale. Quello relativo al 2016 è stato approvato dall’assemblea riunitasi alcuni giorni fa e racconta in numeri tutte le principali funzioni del Centro. Tra le voci più rilevanti del documento, quelle su consulenza e formazione.

Nel 2016, le consulenze erogate alle Organizzazioni di volontariato, ma anche a singoli cittadini, sono state 1760. A queste si sommano 17 organizzazioni che hanno usufruito di un servizio di tutoraggio, “Carte in regola”, propedeutico ad ottenere la certificazione etica Merita Fiducia, ideata dal CSV. Si tratta di un checkup per singola organizzazione di volontariato, su tutti gli aspetti documentali, rendicontativi e amministrativi, con un piano di accompagnamento sulle aree migliorabili anche rispetto alle normative vigenti.

Il lavoro di consulenza del CSV è portato avanti dallo “Sportello unico del volontariato” che accoglie i nuovi gruppi che intendono costituirsi come Organizzazione di Volontariato o altre forme, iscriversi all’apposito registro, ricevere aiuto per le numerose pratiche fiscali, assicurative, giuridiche, organizzative. Sono stati 101 i partecipanti a seminari informativi per fondare nuove associazioni o valutare nuove forme giuridiche più adatte alla vita associativa della propria organizzazione. Oltre alle Organizzazioni di Volontariato, il servizio offre forme di supporto ad altre realtà del Terzo settore, come associazioni di promozione sociale o associazioni culturali.

Da 15 anni, grazie alla “Scuola permanente del volontariato” chi si impegna nel volontariato può contare su un’offerta formativa strutturata e continua, con corsi di formazione finalizzati alla preparazione culturale, etica e tecnica delle Organizzazioni di Volontariato e dei singoli volontari. Quest’anno i volontari formati sono stati 1.035 di cui 441 con corsi a gestione diretta. Si tratta quasi del doppio rispetto ai 641 alunni-volontari del 2002, anno di fondazione della Scuola. Complessivamente, le ore di attività formativa sono state 767 contro le 329 nel 2002. Oltre ai temi già citati per le consulenze, la formazione affronta aspetti di progettazione sociale, manageriali, per le competenze comunicative e relazionali, la raccolta fondi, l’informatica. E a formarsi sono anche enti pubblici o altri enti del Terzo settore senza fini di lucro e soci volontari di cooperative sociali. In questi 15 anni, grazie ai finanziamenti con appositi bandi, inoltre, sono state sostenute le proposte formative delle singole organizzazioni di volontariato per aggiornare o istruire i propri volontari sulle specifiche tematiche di riferimento.

Ieri, oggi, domani

«All’inizio, il nodo fondamentale è sicuramente stato quello di far prendere coscienza alle Organizzazioni di Volontariato quanto valessero e quale fosse la preziosa ricaduta sul territorio. La definizione “capitale sociale” veniva evocata spesso ma mancava nelle associazioni la consapevolezza di ciò che volesse dire, anche in relazione al pubblico e alle istituzioni territoriali: un’enorme potenzialità per creare sistema», racconta Paolo Zampieri, membro del direttivo della Federazione e braccio destro di Carlo Furlan, che fu presidente del CSV dal 2000 al 2006. Da Furlan, nel 2006, il testimone della presidenza è passato ad Elisabetta Bonagiunti che ricorda: «in quegli anni è stato il concetto di rete a far da padrone. Non solo tra associazioni del veronese ma anche a livello nazionale, con la nascita e lo sviluppo del CSVnet, organo di coordinamento di tutti i CSV», riepiloga Bonagiunti, a sua volta membro del CSVnet. Inoltre, inizia a saldarsi proprio in questo periodo un’idea di volontariato basata su formazione, qualità, trasparenza. Con il 2012 e la scesa in campo dell’attuale presidente CSV Chiara Tommasini, il periodo difficile della drastica riduzione delle risorse. «In sei mesi da ente che eroga fondi ci siamo trasformati in ente che progetta per poter dare alle associazioni non solo contributi ma competenze, innovazione», spiega Tommasini. Con la riduzione dei finanziamenti Ci si è impegnati molto soprattutto per favorire il lavoro a rete fra associazioni, coinvolgendo anche scuole, università, istituzioni e il mondo delle imprese per ottimizzare le risorse a disposizione. «In questo momento, stiamo co-progettando con le associazioni nell’ambito di un bando di idee su tre aree tematiche: legalità e giustizia; comunità includente; promozione del volontariato giovanile», aggiunge Tommasini. Fin qui l’oggi. E il domani, con la Riforma del Terzo settore ormai alle porte? «I CSV saranno Enti di sviluppo del volontariato sul territorio: ancora più protagonisti per la promozione e l’accompagnamento del volontariato a tutto tondo, seppur con elementi di dettaglio sulle modalità di lavoro, che verranno chiariti solo con l’entrata in vigore definitiva della riforma».

 

Ufficio Stampa
CSV Centro Servizio per il Volontariato di Verona
Ilaria Noro
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Il CSV in numeri

Nella Federazione del Volontariato di Verona Onlus sono federate 256 organizzazioni di volontariato del territorio veronese, che gestiscono il CSV Centro Servizio per il Volontariato di Verona, sostenendo ed erogando servizi a un totale di 427 organizzazioni di volontariato, altre realtà del non profit scaligero e singoli cittadini.

Le 427 organizzazioni di volontariato del territorio veronese (iscritte al Registro Regionale):
Ambiti di intervento
Tutela dell’Ambiente e dei Beni Culturali: 30 associazioni, pari al 7.5%
Protezione Civile e Soccorso: 43 associazioni, pari al 11%
Socio – Sanitario: 167 associazioni, pari al 36.8%
Sociale: 187 associazioni, pari al 44.7%
Nel 2016, le consulenze erogate a organizzazioni di volontariato e cittadini sono state 1760, con una preminenza negli aspetti civilistici, per l’iscrizione o reinscrizione al registro regionale con elaborazione di pratiche e consegna presso gli enti preposti, o in ambito amministrativo e fiscale.
Durante lo scorso anno, per tutte le esigenze legate ad atti amministrativi, sono stati attivati ulteriori specifici percorsi grazie a pacchetti per l’accompagnamento in appositi percorsi per distinte associazioni o in specifici Comuni.

Infine sono stati 101 i partecipanti a seminari informativi per fondare nuove associazioni o valutare nuove forme giuridiche più adatte alla vita associativa della propria organizzazione.

Formazione 2016 vs 2002, anno di fondazione della Scuola Permanente per il Volontariato
23 corsi a gestione diretta – 11 nel 2002
19 corsi gestiti dalle associazioni – 8 nel 2002
1035 volontari formati (441 con corsi a gestione diretta) – 641 nel 2002
767 ore di attività formativa – 329 nel 2002

La formazione si è svolta anche su idee e proposte delle singole associazioni, specifiche per i vari ambiti in cui ciascuna di esse opera. Grazie a questa ulteriore opportunità di formazione, nel 2016, ad esempio, i volontari si sono formati su temi molto differenti fra di loro, come assistenza oncologica, valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali del Baldo Garda, animazione in pediatria, soccorso sulle piste da sci, assistenza alla disabilità, multiculturalità e accoglienza, pet terapy, clima e direttive internazionali e politiche nazionali, assistenza alle vittime di reato, supporto al disagio mentale.
Progettazione sociale
Quello veronese è un volontariato preparato, le cui capacità progettuali e operative danno vita ad attività solidali utili a tutto il territorio, e che nel 2016 è stato sostenuto con due bandi. Un primo bando già concluso per il finanziamento di 12 progetti delle Organizzazioni di Volontariato, per un totale di 47.650 Euro, un secondo bando che si realizzerà nel 2017 attraverso una serie di tavoli di progettazione.

Risorse economiche e costi di gestione
Fonti di finanziamento CSV – proventi (€)
Fondo Speciale Volontariato L.266/91 449.878,66
Contributi su progetti altri finanziatori 40.786,23
Convenzioni con enti pubblici 142.030,73
Altri proventi occasionali 15.198,69
Totale proventi anno 2016  647.851,57
Oneri per l’erogazione del servizio istituzionale:
Settori di attività – oneri (€)
Promozione del volontariato 241.713,63
Consulenza 48.769,06
Formazione 49.611,07
Informazione e comunicazione 30.310,93
Ricerca e documentazione 3.820,62
Supporto alla progettazione 32.032,28
Progettazione: somme erogate 112.410,00
Animazione territoriale 11.879,01
Supporto logistico 317,88
Sportelli esterni 2.484,28
Totale oneri  per destinazione servizi 533.348,76
Oneri generali per la gestione della struttura 97.350,81
Totale oneri 631.445,62 
Avanzo di gestione da reinvestire nella gestione 16.448,69

 


 

 

 

20 anni di associazionismo con il csv, raccontati dai protagonisti di ieri, oggi e domani

Galeotta fu una legge. Nel dettaglio, la legge 266 del ’91 che mise nero su bianco la possibilità di attivare il principio della sussidiarietà attraverso la creazione e la gestione di Centri di servizio per il Volontariato. Una normativa lungimirante e innovativa che alcuni anni più tardi iniziò a dare i propri frutti su tutto il territorio nazionale, pur con varie formule e corpi differenti.

In città, il CSV, Centro Servizio per il Volontariato, si costituì anche su spinta della Provincia. Dal ’97, la gestione del CSV fu affidata alla Federazione del Volontariato di Verona e coordinava un centinaio di Organizzazioni di Volontariato. Un ente in rapida evoluzione che a stretto giro si mise concretamente a servizio del mondo solidale del territorio, attraverso una gestione diretta portata avanti dagli stessi rappresentanti delle associazioni attive in città e provincia.

Oggi, a distanza di 20 anni, il CSV è una struttura che coordina 427 Organizzazioni di Volontariato locali proponendo formazione, consulenza e promuovendo bandi di idee e nuove progettualità oltre che forme di cooperazione con il mondo profit e no-profit. In occasione del ventesimo bilancio, approvato dall’assemblea dei soci proprio in questi giorni, ne ripercorriamo i passaggi salienti con i diretti interessati. Vale a dire quelle persone, che hanno traghettato il CSV dal ’97 ad oggi, trasformandolo, innovandolo, facendo crescere e formando le Odv, combattendo contro il drastico taglio dei fondi. Il risultato di tanto lavoro è un ente snello nella struttura ma estremamente dinamico, attivo e reattivo, pronto ad affrontare l’ennesimo stravolgimento con la riforma del Terzo Settore (i cui decreti attuativi sono allo studio in questi mesi), che lo vuole pronto ad aprirsi a 360 gradi a servizio del mondo dell’associazionismo.

Dietro alle innumerevoli e variegate attività che le Odv svolgono quotidianamente per i veronesi e il territorio, dall’assistenza ai disabili e anziani alla tutela del patrimonio ambientale e culturale, c’è dunque una struttura che lavora dietro le quinte per ottimizzare risorse, creare reti, investire in trasparenza e servizi. In una parola, migliorare la qualità dell’associazionismo locale, tanto più prezioso in un periodo storico in cui il pubblico non può e non riesce a far fronte alle molteplici esigenze del territorio.

E così torniamo al ’97 e alla gestione provinciale del CSV. Un primo passo fondamentale che però andava rivisto nella forma e nella sostanza. “Il punto successivo era far passare la gestione del mondo del volontariato effettivamente nelle mani del volontariato, dei volontari, di chi a vario titolo e quotidianamente metteva il proprio tempo a servizio dell’altro. Gestito così non funzionava”, ricorda Paolo Zampieri, membro del Consiglio Direttivo della Federazione del Volontariato di Verona Onlus, attivo in Legambiente e braccio destro di Carlo Furlan, storico volontario e presidente del CSV dagli inizi del Duemila, scomparso prematuramente nel 2013. “Carlo aveva questo obiettivo e riuscì a realizzarlo nel giro di poco. Furono dunque gli stessi protagonisti del mondo del volontariato a strutturarsi insieme giuridicamente in Federazione diventando a loro volta ente gestore del CSV. Una svolta”, spiega Paolo.

È nei primi anni del nuovo millennio che il CSV diventa ciò che conosciamo. Pur uguale nella forma, il Centro è stato testimone e in alcuni casi fautore di molti cambiamenti, anche sostanziali, che ripercorrono le tappe vissute dalle stesse associazioni, chiamato a trasformarsi per adattarsi alle nuove regole della sussidiarietà e su un modello sociale in continuo divenire.

“All’inizio, il nodo fondamentale è sicuramente stato quello di far prendere coscienza alle Organizzazioni di Volontariato quanto valessero e quale fosse la preziosa ricaduta sul territorio. La definizione “capitale sociale” veniva evocata spesso ma mancava nelle associazioni la consapevolezza di ciò che volesse dire, anche in relazione al pubblico e alle istituzioni territoriali: un’enorme potenzialità per creare sistema”, ricorda Zampieri.

Nel 2006 il testimone passa ad Elisabetta Bonagiunti, presidente CSV fino alla fine del 2012. “In questi anni è stato il concetto di rete a far da padrone. Non solo tra associazioni del veronese ma anche tra i Centri del Veneto prima e di tutta Italia poi, con la nascita e lo sviluppo del CSVNet, organo di coordinamento nazionale”, riepiloga Bonagiunti, a sua volta membro del CSVNet. Inoltre, inizia a concretizzarsi un’idea di volontariato basata su formazione, qualità, trasparenza. La Scuola Permanente per il Volontariato fa sedere sui propri banchi sempre più persone e parte il marchio di certificazione Merita Fiducia. Il CSV è anche, e per certi versi soprattutto, ente erogatore di fondi. “Grazie alla Circolare Turco, abbiamo finanziato una serie di bandi su progetti specifici che hanno dato il la a molte preziose iniziative e attività solidali del territorio e un esempio ne sono i primi passi di quello che oggi è il Parco delle Mura”, aggiunge Bonagiunti.

E così arriviamo all’oggi. E il domani? “In un certo senso, il futuro è già qui”. A parlare è Chiara Tommasini, attuale e giovane presidente Csv, in carica da dicembre 2012, chiamata a coordinare l’Ente in una fase molto delicata, quella della Riforma del Terzo settore. “Inizialmente, abbiamo dovuto far fronte alla drastica riduzione delle risorse. In sei mesi da ente che eroga fondi ci siamo trasformati – abbiamo dovuto cambiare pelle – in ente che progetta per poter dare alle associazioni non soldi ma competenze, innovazione. Sono stati strutturati in maniera sistematica i progetti sul Servizio Civile Nazionale e il Servizio Volontariato Europeo, lo sportello sulla giustizia di comunità, collaborazioni stabili con il mondo profit, ricerche con l’Università e realizzati grandi progetti di coordinamento e concertazione delle azioni non solo di associazioni di volontariato, ma anche di altri enti del Terzo settore sul tema del supporto alle fasce deboli, del volontariato giovanile, e così via”. “Ora stiamo lavorando in modo serrato per arrivare a una nuova legge che non sia calata dall’alto, ma frutto di una concertazione del mondo del volontariato”, spiega Tommasini. “I Csv saranno Enti di sviluppo del volontariato sul territorio: rimarrà la struttura così come è adesso ma ci saranno innovazioni profonde. Quali nel concreto lo vedremo tra pochi mesi”.