Beni comuni e volontariato, l’impegno dei CSV

CSVnet ha avviato e messo online la raccolta dei progetti di recupero di edifici e spazi abbandonati. I CSV sono stati protagonisti o hanno dato un supporto. Insieme a Sibec lancia un laboratorio di formazione.


 

Sono sempre di più le organizzazioni di volontariato che si dedicano alla cura e alla tutela dei beni comuni del proprio territorio e sempre più spesso vengono organizzate iniziative che si propongono di restituire alla collettività edifici e spazi in abbandono, coinvolgendo attivamente le persone che ne fruiscono o che potrebbero farlo.
A questo tema di grande attualità CSVnet ha voluto dedicare una particolare attenzione avviando una ricognizione delle esperienze nell’ambito dei beni comuni materiali in cui i CSV Centri di Servizio per il Volontariato hanno avuto un ruolo negli ultimi anni.
Il primo esito di questo monitoraggio è ora raccolto in un sito web dove tutti i progetti vengono raccontati attraverso schede che comprendono testi e materiale multimediale. Su benicomuni.csvnet.it ad oggi sono presenti 40 iniziative, segnalate da 20 CSV e realizzate, o ancora in corso (le più “vecchie” risalgono al 2013), in 13 regioni.
Sono molti gli ambiti in cui i progetti si propongono di intervenire. A Bologna, ad esempio, dal 2014 associazioni, enti locali e università stanno lavorando per far rivivere l’ex caserma Stamoto, un’area di 13 ettari nata come officina per mezzi militari e oggi in fase di dismissione. Vista la sua posizione strategica rispetto alle infrastrutture e vicina al centro storico, si sta portando avanti un percorso condiviso per giungere ad un progetto comune in grado di riqualificare l’area a scopo sociale e socio-culturale.
Un’esperienza analoga è quella che a Pavia vorrebbe recuperare l’ex Arsenale, già Caserma Cairoli – Officina di Costruzione del Genio militare S. Mauro, uno spazio di circa 140 mila metri quadrati occupato da fabbricati e vaste aree verdi, attraversate da strade asfaltate, piazzali e da un corso d’acqua, il Navigliaccio.
A Reggio Calabria i protagonisti sono stati invece gruppi di studenti che, nell’ambito di uno specifico progetto scolastico, hanno adottato una piazza della città per valorizzarla e restituirla alla comunità. I ragazzi, accompagnati dagli insegnanti, hanno dato il proprio contributo in tutte le fasi del percorso, dall’individuazione del luogo all’elaborazione del progetto di riqualificazione, fino alla realizzazione dell’intervento.
In provincia di Pistoia è nato un progetto per restituire alla comunità locale l’antico sistema viario e il sito della fortezza di Castel di Mura, la maggiore struttura di un articolato sistema difensivo che durante il Medioevo diede luogo a un paesaggio fortificato fatto di villaggi murati, torri e roccaforti collegati da vie lastricate, rimaste poi abbandonate e percorribili solo a piedi.
A Trento è stato ideato un corso per favorire, attraverso azioni concrete, la costruzione di una cultura collettiva sui beni comuni, attraverso una formazione strutturata rivolta a circoscrizioni, associazioni, cittadini e dipendenti comunali.
Il turismo sociale, sostenibile e accessibile è al centro del progetto che ha interessato diverse zone della provincia di Sondrio, dove si è cercato di rendere le bellezze paesaggistiche che la montagna può offrire meglio fruibili da tutti i visitatori, anziani, disabili e bambini compresi. Per questo molte barriere architettoniche sono state eliminate, alcuni sentieri sono stati attrezzati per consentire a chiunque di attraversarli e nelle aree di sosta sono stati istallati giochi accessibili anche ai bambini in carrozzina.
Per Verona, è stata segnalata l’attività di sensibilizzazione e promozione Io vivo qui. Beni comuni, sviluppo sociale ed economico, rigenerazione urbana.
Diversi, infine, sono i CSV impegnati nella promozione tra i Comuni del “Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni” (ideato da Labsus – Laboratorio per la sussidiarietà) e nell’accompagnamento delle amministrazioni locali nel percorso di adozione del regolamento stesso.
«Si tratta di un impegno importante e variegato – dice il presidente di CSVnet Stefano Tabò – nel quale i CSV sono stati i principali protagonisti o hanno dato un supporto fondamentale, rispondendo come sempre alle nuove sensibilità ed esigenze di un volontariato in continua evoluzione. Questa rilevazione ci ha inoltre spinto a consolidare le esperienze acquisite e a promuoverne di nuove, organizzando un laboratorio formativo avanzato per i presidenti e i direttori dei Centri di tutta Italia».
Il corso si intitola Volontariato e beni comuni: il ruolo dei CSV ed è realizzato in collaborazione con Sibec, la Scuola Italiana dei Beni Comuni fondata da Labsus, università di Trento ed Euricse. Il percorso è articolato in due moduli e sarà ripetuto in due edizioni: Milano 21-22 aprile 2017 e 12-13 maggio 2017, a Napoli 19-20 maggio e 16-17 giugno. Nel primo modulo saranno trattati gli elementi che definiscono i beni comuni, l’amministrazione condivisa e i patti di collaborazione. Nel secondo modulo è previsto un approfondimento sull’organizzazione, la governance, la gestione delle risorse e la progettazione per i beni comuni. I docenti sono Gregorio Arena di Labsus, Gianluca Salvatori e Flaviano Zandonai di Euricse e la sociologa Rossana Caselli.