Slitta la riforma, Patriarca a Verona

Si dovrà attendere il Consiglio dei Ministri del prossimo 10 luglio per vedere all’ordine del giorno la Legge Delega di riforma del Terzo settore per i troppi provvedimenti in coda. C’è inoltre l’esigenza di definire nel dettaglio le coperture finanziarie: su questo tema proponiamo un virgolettato su Cinque per mille e Servizio Civile di Edoardo Patriarca, componente della Commissione Affari Sociali che sta lavorando alla riforma e che sarà presente al convegno Terzo settore e riforma. Il volontariato tra semplificazione, rappresentanza, trasparenza. Verso un nuovo ruolo dei CSV il 4 luglio a Verona.


La notizia è stata battuta ieri sera da Redattore Sociale: contrariamente a quanto annunciato dal Governo, nella riunione del Consiglio dei Ministri che si è tenuta ieri, 30 giugno, non ha trovato spazio la discussione sugli importanti cambiamenti attesi dal mondo del Terzo settore: troppi provvedimenti in coda ma anche l’esigenza di definire nel dettaglio le coperture finanziarie.
Il sottosegretario al Welfare Luigi Bobba ha spiegato, tuttavia, che questo rinvio non è dovuto a motivazioni di natura politica, ma alla presenza, in contemporanea, di altri provvedimenti importanti che hanno riempito l’ordine del giorno . Il testo è pronto, la riforma ci sarà e la tabella di marcia per i prossimi non cambia e non subirà conseguenze da questo ritardo.
Inoltre il Governo formalizzerà con la presentazione della legge delega l’ammontare delle cifre che intende investire, ma l’ordine di grandezza sul quale si ragiona è almeno di un miliardo di Euro. Una cifra che non rappresenta una novità e che già da tempo era stata indicata come base da cui partire anche da alcune delle organizzazioni del non profit italiano. Edoardo Patriarca, deputato del Pd e grande conoscitore (dal di dentro) del Terzo settore, spiega che questa cifra sarebbe sufficiente già solo a finanziare il  cinque per mille e servizio civile: «Uno degli obiettivi della riforma – argomenta – è la stabilizzazione del Cinque per mille, per il quale nel 2014 si sono spesi 400 milioni ma che a pieno regime necessita di una somma che va dai 500 ai 550 milioni, massimo 600». La stabilizzazione, è il ragionamento, dovrà evidentemente portarsi dietro anche la fine del meccanismo del “tetto”, che negli ultimi anni ha limitato il gettito destinato alle organizzazioni che usufruiscono del cinque per mille. Ai poco più di 500 milioni necessari al Cinque per mille si aggiungono i fondi per il Servizio Civile Universale: «E’ chiaro – dice Patriarca – che l’obiettivo del governo di arrivare a 100 mila giovani può essere raggiunto anche nel giro di due, tre o più anni, e che dunque la somma necessaria per il primo anno può essere ridimensionata sulla base dell’obiettivo concreto che ci si dà, ma il riferimento attuale è quello basato sulle circa 80 mila domande annue di servizio civile presentate e in gran parte non esaudite per mancanza di posti».
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