Nuovo Servizio Civile: le associazioni e i giovani veronesi dettano le regole

Il CSV ha inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un documento-analisi della proposta di riforma del Scn redatta dal Governo Renzi.


 

Il CSV ha inoltrato alla Presidenza del Consiglio un documento-analisi in cui vengono elencati i punti critici e di forza della proposta di riforma del Servizio Civile Nazionale. Il dibattito è stato portato avanti coinvolgendo le associazioni che ospitano i ragazzi del SCN e dagli stessi giovani impegnati nell’anno di servizio a disposizione degli altri. Ne è nata una serie di proposte critiche e motivate punto per punto, da cui il Governo potrà prendere spunto per definire e meglio calibrare quello che – tutti sono concordi – “è un’ottima idea, che dev’essere però attentamente pianificata e organizzata per evitare csproepri potenzialità di questo ambizioso progetto vengano meno”, spiega Silvia Sartori, referente del CSV per il settore Giovani.

Le organizzazioni di volontariato sono state tutte coinvolte attraverso un questionario on line utilizzato da tutti i CSV in Italia.
Ai ragazzi in Servizio Civile, attualmente nel veronese sono una quarantina, è stato chiesto di incontrarsi, lavorare in gruppo, studiare la proposta e analizzare i commenti e i contributi dei principali attori che si occupano di Servizio Civile. Dopo una giornata di studio, lavoro e confronto hanno riassunto le loro proposte e le loro idee nel documento inviato a Renzi.

Nel dettaglio, le tre pagine di contenuti si articolano in sedici punti, divisi in considerazioni sugli aspetti generali del progetto – come l’importanza del concetto di Difesa Civile non armata – e in un’analisi più dettagliata delle singole linee guida dei vari ambiti della proposta.

SERVIZIO CIVILE PER TUTTI. Il nuovo Servizi Civile si propone come universale, aperto a tutti quanti vogliano vivere questa esperienza. L’accessibilità a tutti deve però tener conto di un compenso adeguato – l’attuale andrebbe un po’ aumentato – e di una adeguata capacità ricettiva da parte degli enti. Molte sono infatti le spese che andrebbero a lievitare, gravando anche sulle casse già vuote delle associazioni; dai costi delle attività di formazione e di monitoraggio, alla certificazione delle competenze che sono a carico degli enti. In tal senso, la proposta che parte dal veronese punta a un aumento graduale degli avvii che consenta agli enti di riattivare persone e percorsi in grado di gestire numeri che non si vedono da anni. Sarebbe urgente prevedere un incremento dei volontari finanziabili già il prossimo bando.
“Bisognerà inoltre chiarire la questione della capacità di accoglienza degli enti. Si tratta su un’esperienza professionalizzante per i ragazzi, mesi in cui si acquisiscono competenze importanti e i progetti di Servizio proposti dalle associazioni dovranno essere adeguate”, riflette Sartori. Un’altra questione rilevante è il numero di realtà accreditate per il Servizio: tra città e provincia si tratta di circa 50 associazioni su oltre 400 attive.

MENO ENTI PUBBLICI PIÙ VOLONTARIATO. Attenzione alla ripartizione dei volontari tra pubblica amministrazione e enti del privato sociale. Fino ad oggi la maggior parte dei volontari sono impiegati in enti locali, l’aumento del numero dei volontari in servizio civile rischia di aumentare l’equivoco di un abbattimento del costo del personale della Pubblica Amministrazione, a scapito di un impegno nel mondo dell’associazionismo e delle cooperative.

DURATA ANNUALE. Il nuovo Servizi Civile impone il passaggio dagli attuali 12 agli 8 mesi. Un punto su cui le realtà veronesi non sono d’accordo. “Sembra più un tentativo di risparmiare che un’analisi delle effettive esigenze. Per i ragazzi un’esperienza di un anno è considerata il minimo per acquisire competenze ed autonomia. L’eventuale sistema della proroga va chiarita. Va bene solo se dipende da una scelta del volontario e dell’ente”. Tra l’altro, ottima la possibilità di svolgere il Scn all’estero ma ciò fa capire quanto la durata annuale sia essenziale.

TUTTI I PRO. La proposta del Governo contiene molti spunti positivi, che nel veronese sono stati accolti con entusiasmo. Tra questi, la partecipazione di ragazzi stranieri e la certificazione delle competenze e dei benefit formativi. “Bene la definizione di un fascicolo delle competenze acquisite (attività svolte, obiettivi raggiunti competenze professionali e meta professionali), che deve essere conosciuto e riconosciuto dal mondo produttivo”. C’è la necessità, inoltre, di informare il territorio e i settori produttivi che andranno a leggere i curricula dei ragazzi della validità del Servizio Civile non solo da un punto di vista educativo ma anche formativo e professionalizzante. Inoltre, si potrebbero “creare percorsi formativi in partnership con associazioni di categoria, imprenditori, professionisti del privato sociale”. Un modus operandi tra l’altro già attivato dal CSV a livello locale.

Ufficio Stampa CSV
Centro Servizio per il Volontariato di Verona
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