Rete universo, a disposizione 8 ambulanze e rispettivi equipaggi per l’emergenza coronavirus. Ma serve aiuto.

Le associazioni di pronto intervento che fanno capo alla Rete Uni.Ver.So hanno messo a disposizione del 118 otto ambulanze per far fronte all’emergenza Coronavirus sul territorio di città e provincia.

L’associazione di secondo livello Uni.Ver.So è formata da: Croce Bianca PAV, S.O.S. Volontari Valeggio, S.O.S. Servizio Operativo Sanitario Sona, Polo Emergency di Villafranca, Croce Blu di San Martino Buon Albergo, A.L.S. Soccorso di Colognola ai Colli, Opera Assistenziale Stefano Toffoli. Complessivamente, la Rete conta un migliaio di volontari e soccorritori attivi in città e provincia di cui un centinaio circa al giorno sono al lavoro nelle 24 ore per il trasporto e l’assistenza sanitaria di pazienti con, sospetto o accertato, COVID-19. Si tratta di soccorritori esperti e con anni di esperienza alle spalle che hanno deciso di rimanere a disposizione della collettività nonostante la grave emergenza sanitaria.

È molto difficile quantificare quanti servizi di emergenza urgenza siano legati al Coronavirus. “Non sempre chi allerta il servizio di emergenza – urgenza è in grado di spiegare correttamente i sintomi. Il protocollo è quindi sempre lo stesso: ogni volta che viene allertato, l’equipaggio in urgenza parte preparato”, spiegano i volontari di Uni.Ver.So. Da sabato, però, da quando cioè è iniziato l’aumento esponenziale di casi anche nel veronese, la stima è che oltre l’80 per cento degli interventi che le associazioni hanno eseguito sia legato all’emergenza Coronavirus. Ad esempio, nella sede operativa della Croce Bianca, attiva a San Zeno, negli ultimi 4 giorni solo 3 chiamate hanno riguardato altre patologie, a fronte in media di una decina di emergenze al giorno.

“Il Coronavirus ha sovvertito la nostra organizzazione quotidiana ma è un lavoro straordinario a cui vanno ad aggiungersi tutte le attività ordinarie che le nostre associazioni svolgono quotidianamente da anni. Si tratta di assistenza e trasporti sanitari che, pur essendo calati in queste settimane, rimangono fondamentali e necessari per molti malati. Purtroppo, l’emergenza non ha cancellato tutte le altre malattie e i pazienti critici. E nell’eccezionalità dettata dal COVID-19 anche far fronte alla normalità diventa urgenza”, spiega Alfredo Cottini, vicepresidente di SOS Sona e referente Uni.Ver.So, realtà che opera in sinergia con Croce Verde e Croce Rossa.

Le attività della associazioni di Uni.Ver.So non si limitano all’emergenza e ai trasporti ma si articolano a 360gradi anche nella vicinanza alla popolazione più debole. “Abbiamo dato vita ad una serie di servizi a domicilio, come la consegna dei farmaci, e addirittura telefonici e multimediali: sostegno psicologico al telefono con gli psicologi e invio via whatsapp da parte dei nostri esperti di schede cognitive mirate, studiate per tenere in esercizio la mente dei pazienti. Vengono inoltrate alle famiglie che poi le fanno svolgere ai malati che di solito frequentano i centri sollievo, ora ovviamente chiusi”, spiega Rosangela Canesso, presidente dell’Opera assistenziale Toffoli.

Una criticità che è emersa a fronte dell’emergenza Coronavirus è l’inadeguatezza di alcune sedi operative, spesso strette e in questo momento insufficienti ad ospitare i volontari nel rispetto delle linee di sicurezza dettate dal Governo. “È un problema che ci riguarda e a cui sopperiamo grazie a un’azienda di Pescantina che ci ha donato un camper: uno spazio prezioso che utilizziamo per le operazioni di preparazione e svestimento del personale”, spiega Pier Luigi Verga, presidente di Croce Bianca. Oltre alla carenza grave di dispositivi di protezione personale, comune tra il personale sanitario e molto sentito anche tra i volontari letteralmente in prima linea e su strada, Uni.Ver.So fa appello ai cittadini anche per l’acquisto di macchinari per la sanificazione delle ambulanze: un’operazione indispensabile dopo ogni servizio a rischio e senza la quale non sarebbe in grado di tornare immediatamente in servizio. A tal fine, ha attivato una raccolta fondi sul portalegofundme.

In pochi giorni sono già stati raccolti seimila Euro a fronte dei circa 10mila necessari all’acquisto del macchinario. “Stiamo sentendo molto forte la vicinanza delle persone, in molte si stanno muovendo come possono cercando di farci arrivare mascherine o altro di cui c’è estremo bisogno. La cittadinanza si sta muovendo”, aggiunge Cottini.