Riforma Terzo Settore: Decreto sul Codice del Terzo Settore

Si è concluso il percorso della riforma del Terzo settore: pubblicato il Decreto che fornisce un quadro organico e un unico “contenitore” al non profit. Cosa cambia, i punti salienti in sintesi.


 

Dopo i Decreti su Cinque per mille (111/17) e su Impresa Sociale (112/17), è stato pubblicato il Decreto sul Codice del Terzo Settore (117/17).
La nuova legislazione speciale, su mandato della L. delega 106/16, fornisce un quadro organico e un unico “contenitore” al frammentato mondo del non profit: nascono gli Enti del Terzo Settore (ETS) e un Registro Unico di questi, poi suddiviso in sezioni a seconda delle varie tipologie di Ente. ETS saranno dunque tutte le organizzazioni private che perseguono senza scopo di lucro finalità di utilità sociale: associazioni, fondazioni, comitati, imprese sociali e – nuove fattispecie – reti associative ed enti filantropici.

L’istituzione del Registro Unico Nazionale – l’iscrizione nel quale sarà necessaria per tutti gli ETS per poter avere le agevolazioni – verrà disciplinata dal Ministero del Lavoro entro un anno, quindi nella seconda metà del 2018, con un Decreto con cui verranno disciplinate anche le modalità di iscrizione e i requisiti.

Dal punto di vista fiscale verranno finalmente uniformate e coordinate le varie agevolazioni esistenti: verrà introdotta un’unica distinzione netta tra attività commerciali e non commerciali, eliminando così le varie disposizioni di attività connesse o attività commerciali produttive marginali, fermo restando che l’ente sarà considerato commerciale se i proventi dell’attività commerciale superano le entrate derivanti da attività non commerciale, verrà ampliata la possibilità di effettuare raccolte fondi eliminando l’occasionalità della stessa, e infine, verranno aumentate le detrazioni per le donazioni alle associazioni. Si apre inoltre un innovativo capitolo sul tema della così detta finanza sociale, con possibilità di emissione di titoli di solidarietà a sostegno del volontariato da parte degli istituti di credito e agevolazioni fiscali per i gestori di portali on line che effettuano Social Lending (prestito sociale).

Il Decreto introduce nuovi obblighi in tema di contabilità, come disposto dalla L. delega, con il comune scopo di garantire più trasparenza e controllo ai bilanci degli Enti del Terzo Settore: dall’obbligo di prevedere un organo di controllo e di pubblicare online bilancio sociale ed eventuali compensi oltre determinati limiti dimensionali, fino a quello di deposito annuale del bilancio presso il Registro.

Altre importanti novità per la vita degli Enti sono la previsione di libri sociali, fino ad oggi consigliabili ma non obbligatori, per gli ETS, e la previsione di una normativa uniforme per il riconoscimento della personalità giuridica per associazioni e fondazioni, oggi differente di Regione in Regione.

Le trasformazioni del mondo del Non Profit non toccano solo associazioni, fondazioni e comitati, ma anche gli enti di sostegno al Terzo settore a livello istituzionale: viene istituito un Consiglio Nazionale del Terzo Settore presso il Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, vengono trasformati i CSV e viene istituito un Organismo Nazionale di Controllo (ONC), affiancato da Organismi territoriali di Controllo (OTC) degli stessi.

Nel corso dei prossimi mesi il CSV Centro Servizio per il Volontariato di Verona organizzerà incontri informativi e iniziative per approfondire i vari aspetti della Riforma, che coinvolge così tante sfaccettature del mondo del Terzo settore e cui tutte le associazioni sono chiamate ad adattarsi.

 
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