CSV Verona pubblica il Bilancio Sociale 2015

La co-progettazione che coinvolge associazioni, enti del Terzo settore, istituzioni e aziende è la carta vincente. Notevole la stima del “valore economico sostitutivo” dei servizi erogati gratuitamente, pari a 571.965 Euro.


 

Co-progettazione: una parola chiave per il mondo del Terzo settore attorno alla quale il CSV di Verona è impegnato da tempo e che ora sta portando nuovi risultati sul territorio, che si concretizzano in progetti e servizi sociali in grado di coinvolgere e far collaborare tra loro più realtà. Non solo reti di associazioni impegnate nel volontariato, ma anche iniziative e tavoli di confronto tra istituzioni e mondo profit.
Su un tema molto delicato come quello dell’accoglienza dei migranti, è nato la scorsa estate un coordinamento che riunisce, oltre al CSV, enti di rappresentanza, cooperative sociali, associazioni. Si sono così definite strade percorribili per far fronte al meglio all’emergenza migranti, che verranno attuate nel corso di quest’anno.
La co-progettazione trova già un ampio rilievo nel Bilancio Sociale del CSV, ente cui fanno riferimento 435 organizzazioni di volontariato attive tra città e provincia, in un momento in cui si attende una riforma del Terzo settore che condurrà ad ampliare i rapporti fra i CSV e le altre realtà. Il documento che il Centro redige ogni anno,  e che è stato approvato in assemblea, elenca le attività operate per il sostegno al volontariato su tutto il territorio provinciale, la nascita della rete degli Empori solidali, le iniziative di raccolta fondi condivise con alcune aziende locali, i nuovi servizi realizzati in collaborazione tra più associazioni.
“Il CSV si propone sempre più come punto di congiunzione tra l’associazionismo, le differenti realtà di cui è formato il Terzo settore, il profit e le istituzioni. Si tratta di uno dei concetti chiave attorno al quale si articola la riforma del Terzo settore ed è una sfida che abbiamo colto già da alcuni anni”, spiega Chiara Tommasini, presidente CSV.

Tra gli altri dati significativi che emergono dal documento redatto dal CSV, ci sono i numeri dei giovani coinvolti nel mondo del sociale, di quelli impegnati come volontari oppure nel Servizio Civile o nei numerosi progetti e attività che il CSV propone, anche per gli alunni delle scuole primarie. Numeri del Bilancio alla mano, il progetto “Volo tra i banchi” – una piattaforma in cui le associazioni propongono percorsi educativi e didattici sui temi del sociale e del volontariato per alunni e studenti dai 6 ai 18 anni – ha coinvolto 51 scuole, 19 organizzazioni di volontariato, per un totale di 5.875 alunni: circa mille in più rispetto all’anno scorso. Il Centro si conferma inoltre non solo ente di invio ma anche di accoglienza per i ragazzi impegnati nel Servizio Volontario Europeo.

In crescita esponenziale, un trend costante negli ultimi due anni, le richieste sulla giustizia riparativa. Nel 2015, sono stati 113 cittadini inseriti in lavori di pubblica utilità per un totale di 11124 ore di servizio. 68 persone sono state invece inserite nelle altre misure riparatorie presso realtà del territorio, anch’esse previste dalla convezione tra CSV e Tribunale stipulata per la prima volta nel 2011.

Il Bilancio Sociale CSV si concentra anche sulla misurazione del “valore economico sostitutivo” prodotto dal CSV. E’ una stima del valore economico dei servizi erogati gratuitamente nel corso del 2015 dal CSV sotto forma di consulenze, formazione, coordinamento, assistenza ovvero considerando un ipotetico acquisto da fornitori terzi sul mercato qualora le associazioni avessero provveduto  in autonomia. Ne risulta un valore economico complessivo di 571.965 Euro, cifra maggiore a quanto l’ente effettivamente riceve come “proventi istituzionali” al netto dell’autofinanziamento. Si tratta dunque di un utile vero e proprio, che non trova il giusto riconoscimento tra le pieghe rigide dei dati contabili. “Parallelamente a questi dati risulta fondamentale stimare il valore aggiunto sociale ovvero il capitale sociale, i beni relazionali e i legami sociali generati da queste attività”, riflette Tommasini.