“Regimi di legalità e pratiche di cittadinanza”, laboratorio permanente sui diritti. In avvio il primo di cinque incontri giovedì 26 febbraio.
Il cartello delle 9 realtà promotrici di “Diritti per le nostre strade” ha presentato lo scorso 20 febbraio, Giornata internazionale della Giustizia Sociale, “Regimi di legalità e pratiche di cittadinanza”, laboratorio permanente sui diritti. In avvio il primo incontro giovedì 26 febbraio.
Il calendario
Giovedì 26 febbraio: carcere e diritti ristretti
Giovedì 26 marzo: povertà e diritti privati
Giovedì 23 aprile: lavoro e diritti precari
Giovedì 21 maggio: scuola e diritti s-valutati
Giovedì 18 giugno: finanza e diritti sacrificati
Gli incontri si terranno dalle ore 16 alle ore 18 in zona Università, presso la sede del Centro Servizio per il Volontariato di Verona, in via Cantarane, 24 (ex caserma Santa Marta).
Si consiglia l’iscrizione alla newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti ed essere informati anche circa variazioni di programma. L’iscrizione è raggiungibile dal sito internet del progetto: www.dirittiperlenostrestrade.it
Il primo incontro: carcere e diritti ristretti
L’incontro sarà dedicato interamente al carcere e ai diritti “ristretti” e rappresenta la prima tappa di un percorso che mira a definire un altro modo di affrontare i temi della legalità e dei diritti, fino a tradurli in conseguenti pratiche di cittadinanza. Per questo il percorso è rivolto in particolare a chi lavora nel sociale (volontari ed operatori sociali in genere) o nella scuola (docenti delle scuole superiori), settori dove più forte si sente la necessità di riflettere su questi temi e strapparli dall’immagine stereotipata o convenzionale cui sono spesso relegati.
Ed il primo “regime di legalità” che andremo ad indagare è quello delle carceri e dell’universo penitenziario in genere. Nel corso delle due ore di discussione cercheremo pertanto di mettere a fuoco, con realismo e senso critico, lo “stato dei diritti” nelle carceri, ovvero, lo “stato delle carceri” dal punto di vista dei diritti. L’analisi tenterà di analizzare le molte sfumature che in carcere si sono tra rispetto e violazione dei diritti, ricordando che sono proprio le “zone grigie” tra diritto e abuso a condizionare gran parte della vita dei detenuti. I motivi sono molti e si tenterà di indagarne alcuni, anche al fine di avanzare assieme delle possibili proposte concrete.
Come sempre la modalità di conduzione del laboratorio da un lato privilegerà il dialogo e l’apporto dei partecipanti, e dall’altro sarà volta alla traduzione in termini pratici di quando delineato.
In particolare, la discussione sarà stimolata dalle riflessioni di Paolo Bottura, dell’associazione “Ripresa Responsabile”, da anni attiva sia in carcere che sul territorio per promuovere un’altra cultura della pena, e dalla proiezione di spezzoni del documentario “Loro dentro”, realizzato con giovani stranieri detenuti nel carcere di Marassi.
Il documentario, curato da Roberto Beneduce, Luca Queirolo Palmas e Cristina Oddone, è un ottimo esempio di intervento etnopsichiatrico e di sociologia visuale, e si propone di documentare alcune esperienze di detenzione al fine di accrescere la consapevolezza del pubblico e aprire un dibattito maturo sulle dimensioni quotidiane e gli effetti della pena.
Alla discussione parteciperanno pure le altre associazioni della rete promotrice l’iniziativa “Diritti per le nostre strade” e quanti sono impegnati a Verona nell’ambito della pena, anche con ruoli istituzionali, come la Garante dei diritti dei detenuti, la dott.ssa Margherita Forestan, al suo secondo mandato.
L’iniziativa
Con il progetto “Diritti per le nostre strade” il cartello di associazioni ha deciso di lavorare per la loro più tenace affermazione, al fine di promuovere sempre maggiori livelli di dignità e giustizia, trasformando le indignazioni individuali in precise strategie di cambiamento sociale.
L’occasione del 20 febbraio, giornata internazionale della Giustizia Sociale, è sembrato il modo più efficace per ribadire questa decisione e presentare pubblicamente l’avvio di un laboratorio permanente sui diritti, intitolato: “Regimi di legalità e pratiche di cittadinanza”.
Si tratta di un percorso di formazione “a tappe” (una al mese), che vuole suggerire un altro modo di affrontare i temi della legalità e dei diritti. E’ una riflessione critica e realistica sul concetto di legalità, preliminare a ogni altra eventuale proposta di “educazione alla legalità” che non voglia ridursi a proporre un adeguamento puramente passivo alla norma. E’ una riflessione attenta sul grado di tutela dei diritti, qualificante ogni intervento di cura e servizio “alla persona” che non voglia essere confinato al puro assistenzialismo e paternalismo caritatevole.
Ribadire la “centralità dei diritti”, “prenderli sul serio” e “camminare dritti”: sono questi i motivi ispiratori del progetto e pure del laboratorio che per l’occasione è rivolto al mondo del lavoro sociale (volontari e operatori) e pure al mondo della scuola (docenti scuole superiori) e della formazione (studenti universitari).
Ogni mese si attraverserà un particolare “regime di legalità” (carcere, povertà, lavoro, scuola, finanza) e, una volta definito lo specifico “stato dei diritti”, si cercherà di condividere determinate proposte pratiche di cittadinanza. La cadenza mensile consentirà di metabolizzare gli argomenti e ricostruirne il filo conduttore, ricordando che il sottotitolo dell’iniziativa afferma proprio:“dal globale al locale, dalla teoria alla prassi, dalla critica alla proposta”.
Oltre alla mappatura di questi campi, sarà importante allora giungere alla definizione e condivisione di un vocabolario sui diritti, capace di esprimere le tante sfumature che ci sono tra rispetto e violazione: sfumature che a volte in realtà nascondono le più sofisticate forme di erosione dei diritti. Re-imparare a nominare i diritti, re-imparare a riconoscerli e a pesarli: queste sono condizioni preliminari per ogni qualsivoglia e seria azione di tutela e promozione.
Oltre alla mappatura dei vari “regimi di legalità” e alla condivisione di un vocabolario, nel corso degli incontri si andrà a completare un “manifesto dei diritti” da sottoporre in seguito alla cittadinanza e alle altre realtà associative del territorio. Infine, si indicherà una lista di proposte pratiche di cittadinanza attiva che sappiano sia contenere una serie di rivendicazioni sia proporre delle “buone prassi” cui ispirare i propri comportamenti e le proprie prassi professionali, nonché l’agire delle organizzazioni di riferimento.
Favorire la nascita di reti sociali di mutuo-aiuto in fatto di dignità e diritti non solo rientra in questi obiettivi pratici ma ricolloca il progetto all’altezza dei macro-obiettivi per cui è nato, ovvero, il concetto di “Reti per la sussidiarietà”, finanziato dal Centro Servizio per il Volontariato di Verona.
Il cartello
Sono 9 le realtà promotrici di “Diritti per le nostre strade”: Arci Spazio Solidale (capofila), Aquiloni Onlus, Associazione per la Pace tra i Popoli, Ripresa Responsabile, Self Help-San Giacomo, Energie Sociali (coop. sociale), Self Help (coop. sociale), Corte dei Miracoli (associazione di promozione sociale) e Arci (comitato territoriale di Verona).
Per informazioni e contatti:
Giovanni Ceriani (responsabile progetto): 338 5806309
Rita Serantoni (Arci-Spazio Solidale): 045 8033589
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci consentirà di elaborare dati quali il comportamento di navigazione o gli ID univoci su questo sito. Il mancato consenso o la revoca del consenso possono influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.