CSV di Verona, arriva l’atteso accreditamento ONC

La Fondazione ONC Organismo Nazionale di Controllo dei CSV, con la pubblicazione dell’avviso sul proprio sito, ha definito a decorrere dal 15 aprile l’accreditamento di 40 Centri di Servizio per il Volontariato, secondo quanto previsto dal Codice del Terzo Settore.  Fra questi il CSV di Verona, che ha così portato a termine l’iter.

«È un risultato importante, raggiunto dopo una fase di verifiche e modifiche interne durata ufficialmente circa due anni (la prima manifestazione di interesse è uscita a febbraio 2019), un percorso lungo dall’esito non scontato, che ha visto partecipi consiglieri e staff, e che ci permette oggi di iniziare a pensare al futuro, consapevoli del buon lavoro fatto e di rendere al volontariato veronese un CSV solido e adeguato al cambiamento per guardare al futuro con fiducia e con rinnovato impegno – è il commento a caldo di Chiara Tommasini, presidente del Centro Servizio per il volontariato di Verona, che precisa – l’iter ha riguardato anche tutti gli aspetti organizzativi, associativi, amministrativi, di controllo, comunicativi, la carta dei servizi, il bilancio sociale, le attività e le progettazioni realizzate e messe in cantiere, quindi un grande “grazie” mio personale per questo lungo periodo trascorso insieme a tutti coloro che hanno contribuito».

Ad ottenere l’accreditamento, oltre al CSV di Verona, sono inoltre: Abruzzo, Basilicata, Cosenza, Crotone-Catanzaro-Vibo Valentia, Reggio Calabria, Bologna, Modena-Ferrara (Terre Estensi), Parma-Piacenza-Reggio Emilia, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Genova, La Spezia, Savona-Imperia (Polis), Bergamo, Brescia, Como-Varese (Insubria), Lombardia Sud, Milano, Monza-Lecco-Sondrio, Marche, Asti-Alessandria, Cuneo, Novara-Verbano/Cusio/Ossola, Torino, Vercelli-Biella, Bari, Foggia, Brindisi-Lecce, Taranto, Palermo, Catania, Messina, Toscana, Trento, Umbria, Val d’Aosta, Padova-Rovigo, Venezia, Vicenza.

Diventano in tutto 42 (sui 49 previsti) i CSV che hanno concluso l’iter: i CSV dell’Alto Adige e di Belluno Treviso erano stati infatti accreditati nei mesi scorsi. Per le delibere sui 4 CSV attivi in Campania e per il CSV del Molise bisognerà invece aspettare che venga ricostituito l’Organismo Territoriale di Controllo (OTC) competente sulle due regioni. A gennaio, infine, erano stati emessi dall’ONC i bandi per la gestione dei CSV della Sardegna e della Romagna.
La nuova organizzazione territoriale era entrata nel vivo a dicembre, con la disamina da parte della fondazione delle “manifestazioni di interesse” presentate dai 48 CSV che intendevano avvalersi della procedura agevolata prevista dal Codice del Terzo Settore (art. 101, c. 6), la quale permette agli “enti già istituiti come CSV” di evitare un nuovo bando per la gestione.
Decisa dall’ONC in base al rapporto tra strutture e numero di abitanti, la riorganizzazione territoriale ha lo scopo di rendere i Centri di Servizio più efficienti per svolgere il nuovo ruolo che la Riforma del Terzo Settore assegna loro, ovvero di “promuovere e rafforzare la presenza ed il ruolo dei volontari” in tutti gli enti del Terzo settore (e non più solo nelle organizzazioni di volontariato individuate dalla abrogata legge 266/91).
Un assetto che non inciderà sulla presenza capillare e sul radicamento raggiunti dai CSV nei loro primi 21 anni di attività ed è volto ad incrementare la quantità e la qualità dei servizi erogati gratuitamente agli enti del Terzo settore.

 

Fonte: CSVnet