Ri-Ciak, riapre il cinema chiuso grazie a un sogno collettivo

Dal 2 febbraio l’ex cinema Ciack, dopo 12 anni di chiusura, è nella disponibilità di trecento e più soci che si sono uniti per renderlo fruibile alla comunità cittadina. Lo hanno ribattezzato Ri-Ciak, che sta per ri-generazione e ri-costruzione, e vogliono essere i facilitatori del processo che renderà il cinema un bene comune: «non compriamo per noi – spiegano – rileviamo un bene privato e vorremmo diventare almeno mille soci».
Firmato il preliminare per l’acquisizione al prezzo complessivo di duecentomila Euro da corrispondere in sei anni, inizia una nuova storia per l’edificio che si trova nel quartiere di Veronetta (nella galleria che collega via Cantarane a via XX Settembre), possibile grazie a cittadine e cittadini che da più di due anni si incontrano nel vicino giardino dell’ex Istituto Nani e che nel 2018 si sono costituiti come Associazione ViveVisioni Impresa Sociale per realizzare questo sogno.

Il Ri-Ciak sarà un cinema di comunità: un bene pubblico, non statale, modellato sui desideri di socialità e di relazione delle cittadine e dei cittadini di Verona. Lo scopo è di favorire, attraverso l’attività culturale e cinematografica, le pratiche del buon vicinato, la socializzazione e la condivisione di progetti collettivi, rispondendo anche alle esigenze dei giovani e dei meno giovani e delle comunità multietniche presenti nella zona.

«Prima il parziale rinnovo del direttivo dell’associazione, poi la pandemia, ci hanno messo in difficoltà rispetto a un contributo che la Regione Veneto ci aveva riconosciuto, ma che ora abbiamo recuperato con la recente approvazione di un emendamento al bilancio della Regione per 50 mila Euro, destinati alle prime spese per la rigenerazione del cinema» raccontano. «Ci sono stati momenti di difficoltà, ma abbiamo resistito, tenendoci per mano, ascoltando la voce della città che ci chiedeva di non gettare la spugna. Sono state le relazioni che abbiamo intrecciato in questi due anni a sostenerci per continuare a coltivare questo sogno che diventerà realtà per tutta la città. A cascata sono confluite nuove energie, nuove adesioni, si sono strette nuove relazioni che ci hanno permesso di riorganizzare un nuovo direttivo ancor più motivato e con nuove eccellenti competenze. Si è quindi costruita una rete di opportunità, di desideri, di collaboratori e partner del progetto che continua a crescere. Abbiamo riscontrato un rinnovato interesse da parte dell’ateneo universitario veronese con il quale abbiamo sottoscritto una convenzione permanente di scambi reciproci che rispondano anche alle esigenze di giovani studentesse e studenti.»

Oltre ai soci, il progetto gode del sostegno di diversi partner istituzionali come la Camera di Commercio con l’Agenzia Verona Innovazione T2i, l’Accademia delle Belle Arti, Mag Mutua e Servizi per l’Autogestione, l’Università di Verona Dipartimento Culture e Civiltà, Cisl, Cgil, Acli, Club Alpino Italiano, Anpi, Fevoss, Legambiente, Combonifem, Arci Passepartout, Fondo Aldo Borgato, Banca Etica, Fim Cisl, First Cisl, Fai Cisl, Filca Cisl.

A regime il Ri-Ciak sarà aperto tutto il giorno per sette giorni alla settimana, supportato dal volontariato, ma anche da qualche nuovo posto di lavoro, dando sostegno all’economia veronese, anche in fase di ristrutturazione. L’idea è quella di proporre durante la settimana, ad esempio al mattino, proiezioni o di lasciare la struttura a disposizione delle istituzioni universitarie e delle associazioni degli studenti. Nei pomeriggi la sala potrà essere noleggiata per laboratori, seminari, incontri, stage, dibattiti e altre attività culturali contribuendo così, insieme alle proiezioni cinematografiche, alla sostenibilità finanziaria del progetto. L’offerta cinematografica proposta non sarà quella tradizionale della grande distribuzione e delle prime visioni, ma ospiterà seconde visioni, produzioni d’autore e indipendenti che non trovano spazio altrove, rassegne tematiche specifiche, cinema in lingua, oltre a quelle dedicate al puro divertimento e alla leggerezza. Ci sarà un social-bar che svolgerà servizio di portierato di quartiere e centro di scambio, di relazioni e di coordinamento delle attività culturali del cinema e del rione. In futuro si pensa anche a un’accademia delle arti cinematografiche magari a respiro internazionale.

C’è bisogno del sostegno di tutti, economico e di tempo, da regalare a questo meraviglioso sogno collettivo. È l’economia del dono, della solidarietà, spesso considerata residuale che ha invece trovato riconoscimento ed è in grado di fare da volano a buone pratiche e a progetti che uniscono desideri e competenze diverse.

 

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