Arena di pace

Il 25 aprile, all’Arena di Verona, c’è una giornata di resistenza e liberazione. La resistenza oggi si chiama nonviolenza. La liberazione oggi si chiama disarmo. “Arena di Pace e Disarmo”, dalle 14 fino a sera, ingresso libero. Di seguito la lettera aperta di invito a partecipare.


 

 

PACE E DISARMO
Il 25 aprile all’Arena di Verona

 

«In piedi costruttori di pace» gridava don Tonino Bello, voce profetica della nonviolenza, in Arena a Verona nel 1989 invitando migliaia di donne e uomini di buona volontà riunite nell’anfiteatro a unirsi contro l’assurdità di ogni guerra, per denunciare che la produzione e il commercio delle armi sono una grossa violenza alla giustizia e un attentato gravissimo alla pace. Nei 25 anni trascorsi da quell’Arena di pace, molto lavoro è stato fatto individualmente e collettivamente per resistere alla logica della guerra e promuovere tante iniziative pacifiche: il movimento per la pace e la nonviolenza è cresciuto, ma molto ancora resta da fare. Occorre ritrovarci insieme nuovamente per confrontarci e affrontare più uniti le tante sfide alla pace nel mondo di oggi, per non cedere all’individualismo, per reagire con le proposte della nonviolenza all’emergenza politica-sociale-democratica che stiamo attraversando.

Nonostante la crisi l’Italia continua ad essere tra le prime dieci potenze militari del pianeta nella corsa agli armamenti più dispendiosa della storia. Il settore italiano dell’esportazione di armi non conosce austerità. In nome della salvaguardia dei posti di lavoro si continua a tacere sulla produzione di strumenti di morte destinati ad essere venduti a paesi terzi. La portaerei Cavour è un carosello galleggiante che promuove arsenali bellici made in Italy nei porti del Golfo arabico e dell’Africa, aree di particolare tensione e che soffrono di un grave deficit di libertà democratiche.
È criminale e assurdo che montagne di denaro siano investite per strumenti di morte quando vengono sottratte preziose e necessarie risorse per le spese sociali: la scuola, la sanità, i beni culturali, la sicurezza, l’ambiente. Questo denaro potrebbe servire per alleviare le condizioni di oltre 9 milioni di italiani che vivono al di sotto della linea di povertà, di cui quasi cinque milioni sopravvivono in condizioni di povertà assoluta.

Di fronte alle gravi minacce alla vita delle persone nel mondo, all’ambiente e alla concordia tra i popoli poste dall’espansione dell’apparato militare-industriale, non possiamo rassegnarci. Dobbiamo alzarci in piedi per dire ad alta voce che ci opponiamo all’idea che occorre armarsi per garantire la pace, che ripudiamo la guerra e gli strumenti che la rendono possibile, e per dire che la nonviolenza attiva è l’unico modo per sradicare oppressioni e risolvere conflitti.
Vogliamo una politica per il disarmo, che riduca le spese militari a vantaggio di investimenti per la pace. Infatti ciò che ci minaccia oggi non sono eserciti stranieri, ma povertà, disoccupazione, inquinamento, consumo di territorio, variazioni climatiche … e per difenderci da questi nemici ciò che serve non sono armi micidiali e costosissime, ma politiche di solidarietà, servizi sociali, risanamento ambientale; dobbiamo ripensare completamente il concetto di “difesa”, che per la Costituzione è un “sacro dovere di ogni cittadino”; quello di cui abbiamo bisogno non sono missioni militari ma interventi civili di pace; ciò che serve è una difesa civile, non armata, nonviolenta da costruire con risorse sottratte al settore militare: svuotare gli arsenali per riempire i granai.

Per questo abbiamo convocato una iniziativa nonviolenta nazionale: un grande raduno in Arena a Verona il 25 aprile 2014 di tutte le persone, le associazioni, i movimenti della pace, della solidarietà, del volontariato, dell’impegno civile. Tramite questa iniziativa facciamo appello ai politici di sostenere cammini di nonviolenza attiva e a noi stessi innanzitutto, chiedendo a chi vi parteciperà di assumersi la responsabilità di essere parte del cambiamento che vogliamo vedere.
«In piedi costruttori di pace»! Non manchiamo all’appuntamento del 25 aprile in Arena a Verona. Da lì inizieremo insieme a percorrere la strada del disarmo.

Alex Zanotelli, direttore di Mosaico di pace
Efrem Tresoldi, direttore di Nigrizia
Elisa Kidanè, direttrice di Combonifem
Mao Valpiana, direttore di Azione nonviolenta
P. Venanzio Milani, presidente Associazione Arena pace e disarmo



ARENA DI PACE 2014

 

Premessa
L’Italia ripudia la guerra, ma noi continuiamo ad armarci.
Crescono le spese militari, si costruiscono nuovi strumenti bellici.
Il nostro Paese, in piena crisi economica e sociale, cade a picco in tutti gli indicatori europei e internazionali di benessere e di civiltà, ma continua ad essere tra le prime 10 potenze militari del pianeta, nella corsa agli armamenti più dispendiosa della storia.
Ne sono un esempio i nuovi 90 cacciabombardieri F35, il cui costo di acquisto si attesta sui 14 miliardi di euro, mentre l’intero progetto Joint Strike Fighter supererà i 50 miliardi di euro; il nostro paese, inoltre, “ospita” 70 bombe atomiche statunitensi B-61 (20 nella base di Ghedi a Brescia e 50 nella base di Aviano a Pordenone) che si stanno ammodernando, al costo di 10 miliardi di dollari, in testate nucleari adatte al trasporto sugli F-35.
Gli armamenti sono distruttivi quando vengono utilizzati e anche quando sono prodotti, venduti,  comprati e accumulati, perché sottraggono enormi risorse al futuro dell’umanità, alla realizzazione dei diritti sociali e civili, garanzia di vera sicurezza per tutti.
Gli armamenti non sono una difesa  da ciò che mette a rischio le basi della nostra sopravvivenza e non saranno mai una garanzia per i diritti essenziali della nostra vita – il diritto al lavoro, alla casa e all’istruzione, le protezioni sociali e sanitarie, l’ambiente, l’aria, l’acqua, la legalità e la partecipazione, la convivenza civile e la pace; e inoltre generano fame, impoverimento, miseria, insicurezza perché sempre alla ricerca di nuovi teatri e pretesti di guerra; impediscono la realizzazione di forme civili  e nonviolente di prevenzione e gestione dei conflitti che salverebbero vite umane e risorse economiche.
Per immaginare e costruire già oggi un futuro migliore è indispensabile, urgente, una politica di disarmo, partendo da uno stile di vita disarmante.

Proposta
Per questo proponiamo la convocazione di una iniziativa nonviolenta nazionale: un grande raduno, di tutte le persone, le associazioni, i movimenti della pace, della solidarietà, del volontariato, dell’impegno civile,  che faccia appello non solo ai politici ma innanzitutto a noi stessi, chiedendo a chi vi parteciperà di assumersi la responsabilità di essere parte del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.

Obiettivo

Scrollarsi dalle spalle illusioni e paure, rimettersi in piedi con il coraggio della responsabilità e della partecipazione per disarmarci e disarmare l’economia, la politica, l’esercito.

La guerra è il suicidio dell’umanità (Papa Francesco)
Solo la nonviolenza ci salverà (Mahatma Gandhi)