COMUNICAZIONE E COMUNICAZIONE SOCIALE

Spesso si intende la comunicazione come i singoli mezzi utilizzati. In realtà è una questione di visione, ed è una questione complessa.
Le note che seguono sono alcuni estratti dal workshop Comunicazione sociale: cosa è, a cosa serve, come si fa. Problemi e prospettive per le associazioni (17-18 gennaio 2020), tenuto per il CSV di Verona da Gaia Peruzzi, Università La Sapienza (Roma), professore associato del Dipartimento di Comunicazione e Ricerche Sociali, con il collega Raffaele Lombardi. Mettiamo a disposizione questi materiali per permettere agli enti di Terzo settore che operano con volontari di approfittare di questa opportunità, utile per comprendere come sviluppare il ruolo della comunicazione all’interno delle proprie organizzazioni. 


Comunicazione

Iniziamo a capirne di più su cosa è “informazione” e cosa “comunicazione”. Informazione è un pezzo di conoscenza.
Comunicazione è altra cosa da informazione, è allargare la platea, il numero di persone che la pensano come me, condividano i miei valori, i miei modi di agire. Non è dare informazioni, è molto di più: è provocare sentimenti e può agire sul sentire e sul clima, perché ha a che fare con regole, valori, stili di vita, non perché semplicemente le capisco (come per l’informazione), ma perché le condivido. Comunicare è costruire condivisione attraverso la creazione e la diffusione di significati, simboli, relazioni condivise, per dare un significato, un senso comune all’esperienza, alla realtà.
Comunico per allargare il panorama delle persone che la pensano come me. Se la comunicazione ha a che vedere con i valori e con l’inclusione di chi non la pensa come me, devo quindi parlare a chi è diverso da me e non la pensa come me, non tanto a chi è come me: il peggiore errore di un comunicatore è essere autoreferenziale.

In ogni epoca non scompaiono i media precedenti, ma si aggiungono. Per ognuno sono richieste competenze differenti ed è richiesto di utilizzarle tutte, ma non è detto che tutti siano in grado di averne dimestichezza. Ad esempio c’è chi è in grado di maneggiare i social, ma non sa scrivere un comunicato stampa o parlare in pubblico. Non siamo abituati a pensare a questi aspetti come competenze, mentre il mondo della comunicazione è straordinariamente complesso. Si ritiene che la comunicazione sia semplice, che non ci sia nulla da imparare, che tutti la possano fare, per questo la si assegna al volontario più disponibile. Va invece considerato che siamo nella “società della comunicazione”, il panorama è ricco di strumenti, va tenuto conto sia della comunicazione mediata, che di quella immediata ovvero senza intermediazione.
Come molte associazioni hanno al loro interno un volontario che si dedica in particolare, ad esempio, al bilancio, perché ne ha le competenze o le sta facendo crescere, allo stesso modo dovrebbe avere un volontario dedicato alla comunicazione.

Uno dei problemi della comunicazione è la non consapevole impostazione degli obiettivi. A volte può essere utile non porsi obiettivi troppo alti, ma rimodularli e frammentarli.
Non avendo risorse, non è necessario fare tanta comunicazione: si può fare un’azione in meno, ma pensata meglio, rispetto a ciò che vogliamo dire e a chi lo vogliamo dire.
Quindi chiedersi a chi si sta parlando. 1)Ai fidelizzati? 2)A chi capisce un po’ ed è sensibile? 3)A chi proprio è lontano dalla mia organizzazione, dai suoi temi e obiettivi? Sono pubblici diversi e avranno messaggi e strumenti diversi, luoghi diversi in cui avvicinarli.



Che cosa significa comunicazione sociale

Affermazione di diritti e valori si devono al non profit, persone, cittadini che si sono messi insieme, nel loro tempo libero, hanno discusso, hanno agito: siete voi volontari. Se di tutto questo nessuno parla, è vero che spesso i primi a non parlarne sono gli stessi volontari e appartenenti alle organizzazioni, poiché per lo più la comunicazione si riduce a “finanziateci il servizio” (ad esempio un evento) senza che sia posto l’accento su tutto quello che c’è dietro, come se la preoccupazione fosse vendere il servizio. I volontari in realtà cambiano il mondo, poiché la politica ci arriva se prima ci sono arrivati loro. C’è molto spesso una storia personale che ha dato il via, tutti i grandi movimenti di cambiamento di sensibilità sono avvenuti nella società e nella politica, dopo che associazioni, cittadini uniti insieme hanno fatto sensibilizzazione. La comunicazione sociale è quindi (pre)politica perché il suo lavoro è antecedente, propedeutico a quello della politica: essa preme perché emergano sulla sfera pubblica, all’attenzione dei cittadini, delle istituzioni, dei mass media, della politica questioni, categorie, temi, pratiche sociali nuove. La comunicazione sociale è quindi la comunicazione di nuovi diritti per l’affermazione di una società più solidale. Una comunicazione rivoluzionaria, questo il suo significato.

Ciò è possibile attraverso due impegni: 1) il lavoro per far riconoscere pubblicamente che c’è il problema che si sta segnalando (e proponendo una soluzione); 2) il lavoro per ricordare che va sostenuto. Questa è comunicazione sociale.
Le organizzazioni spesso considerano la comunicazione come un’appendice, qualcosa di marginale, un insieme di strumenti differenti da utilizzare (il comunicato stampa, la campagna…). Se invece la comunicazione serve ad allargare il pensiero perché più persone la pensino come me, va deciso quali valori voglio comunicare, se e quali reti voglio creare, quali strategie voglio attivare: va da sé che non sono aspetti di comunicazione “bassa”, ma hanno a che vedere con la governance, perché è politica (non può essere lasciato il volontario inesperto a compiere singole azioni operative in solitudine).

Da tutte queste osservazioni, se ne evince che la comunicazione non si improvvisa: va progettata con la stessa attenzione che si dedica a un progetto sociale.


Se hai trovato questi pochi spunti interessanti, cerchi materiale utile per la tua organizzazione e per sviluppare il ruolo della comunicazione al suo interno, puoi approfondire con i contenuti del workshop che si è tenuto nell’ambito della co-progettazione per una campagna di promozione del volontariato (poi nominata Cercasi Umani), ed è stato parte di una convenzione stipulata fra CSV di Verona e Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Le associazioni che hanno seguito il percorso di co-progettazione hanno trovato questo corso fra i più interessanti e lo suggeriscono. Scarica gratuitamente effettuando il login nell’area riservata, troverai anche esempi di comunicazione sociale.




Nell’area riservata (Materiali Gaia Peruzzi) trovi:

Slide: Gaia Peruzzi, Università La Sapienza, 1) La comunicazione nelle società contemporanee
  • Cos’è la comunicazione
  • Cosa sono e come funzionano i media
  • Perché la comunicazione è (così) importante nelle società contemporanee

Slide: Gaia Peruzzi, Università La Sapienza, 2) La comunicazione per le organizzazioni di Terzo settore
  • Cos’è la comunicazione sociale. Definizioni e prospettive
  • La comunicazione per le organizzazioni di Terzo settore in Italia: bisogni, problemi e (false) aspettative

Sintesi testuale dei lavori svolti in aula (riassunto).




Se il materiale che hai visionato è di tuo interesse e vuoi richiedere una formazione in aula, contattaci (comunicazione@csv.verona.it). Ti inseriremo in una lista di attesa e, appena raggiungeremo un numero congruo di partecipanti, l’avvieremo.