Cosa significa CSV
L’acronimo CSV sta per Centro di Servizio per il Volontariato.
Cosa sono i CSV, perché esistono
A istituire questi centri è stata la legge, la 266 del 1991, la così detta legge quadro sul volontariato con l’articolo 15, che li creava «a disposizione delle organizzazioni di volontariato, e da queste gestiti, con la funzione di sostenerne e qualificarne l’attività».
Con l’abrogazione della 266/91 a seguito della Riforma del Terzo Settore del 2016 e l’entrata in vigore del Codice del Terzo Settore (CTS – Decreto Legislativo 117 del 2017), oggi i CSV hanno il compito di organizzare, gestire ed erogare servizi di supporto tecnico, formativo e informativo per promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari negli enti del Terzo settore (articolo 63). Alla gestione di ciascun CSV provvede un’assemblee formata da realtà associative.
Cosa fa un CSV, quali sono le sue funzioni
A definire cosa fa un CSV è proprio l’articolo 63 nel comma 2, in breve: servizi di promozione, orientamento e animazione territoriale, di formazione, di consulenza, assistenza qualificata e accompagnamento, di informazione e comunicazione, di ricerca e documentazione, di supporto tecnico-logistico per volontari ed enti del Terzo settore.
Come si sostiene un CSV
I CSV si sostengono grazie a un Fondo Unico Nazionale (FUN) destinato alle loro attività e alimentato dalle fondazioni di origine bancaria. Il fondo è amministrato dall’Organismo Nazionale di Controllo (ONC), sotto la cui autorità si trovano i CSV, una fondazione di diritto privato sottoposta alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, anche attraverso le sue emanazioni territoriali, gli Organismi Territoriali di Controllo (OTC).
Sono inoltre finanziati in parte anche dal Governo attraverso un credito di imposta riconosciuto alle fondazioni stesse.
Possono infine avvalersi di risorse diverse, liberamente percepite e gestite secondo le modalità previste dalla legge.
La rete dei CSV
Con la Riforma del Terzo Settore sono presenti nel territorio italiano 49 CSV, che possono avere più “punti di servizio” tra sedi centrali e territoriali, per assicurare una buona prossimità agli enti di Terzo settore e una capillarità per i servizi sul territorio.
Come sono tenuti a operare i CSV
I loro servizi rispondono a sei principi: migliore qualità possibile, economicità, territorialità e prossimità, universalità e non discriminazione e pari opportunità di accesso, integrazione (i CSV sono tenuti a cooperare tra loro), pubblicità e trasparenza.