Carcere e scuola. Educazione alla legalità: 5 incontri per insegnanti e volontari

Nell’ambito del progetto “A scuola di libertà”, fra gennaio e febbraio si tengono 5 incontri di formazione per volontari e insegnanti, interessati a proporre ai loro studenti un percorso di conoscenza della realtà delle pene, del carcere, della Giustizia. L’iniziativa si tiene all’interno della campagna nazionale della CNVG Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia.

Chi fosse interessato a partecipare può inviare, al più presto, il numero di studenti e insegnanti per cui si richiede l’adesione, per ciascun incontro, a questa mail: scuola@volontariatogiustizia.it.

 

  • Lunedì 18 gennaio, dalle 17.00 alle 18.30 videoconferenza con Eraldo Affinati

Incontro con Eraldo Affinati, scrittore e insegnante fra i più sensibili ai temi dell’educazione e della scuola. È fondatore della Penny Wirton, una scuola gratuita di italiano per immigrati, è autore, tra l’altro, di L’uomo del futuro, sull’esperienza di don Milani, Elogio del ripetente e Via dalla pazza classe. Coautore con Marco Gatto, ha recentemente pubblicato per Mondadori I meccanismi dell’odio. Un dialogo sul razzismo e i modi per combatterlo.

«Integrare la tradizione culturale del passato nel mondo digitale di oggi, questa la sfida da affrontare» dice Eraldo Affinati. «Nessuno può essere autosufficiente. Il sentimento di coralità derivato da questa consapevolezza dovrebbe essere la base da cui ripartire: lo dico soprattutto come educatore, pensando ai più giovani. Il primo capitolo del nostro dialogo, dedicato proprio alla riflessione sulla pandemia, in realtà è stato scritto per ultimo, ma sin dal suo titolo esprime questa sensibilità: vita tua, vita mea. Rovesciando il famoso detto latino, la tragedia planetaria del virus ci sta insegnando che non si può essere felici se l’infelicità pervade chi ci sta accanto.»

Entra nella riunione in Zoom

 

  • Lunedì 25 gennaio, dalle 11.00 alle 13.00 videoconferenza con Lucia Annibali

 Lucia Annibali è una giovane avvocatessa di Pesaro, sfigurata dall’acido che le è stato tirato in faccia il 16 aprile 2013. Per quel terribile atto sono stati condannati due uomini, ritenuti gli esecutori del gesto, e un terzo, ritenuto il mandante, che con Lucia aveva avuto una tormentata relazione. È autrice con Giusi Fasano del libro Io ci sono. La mia storia di «non» amore, in cui ripercorre la sua vicenda con quell’uomo, fino all’aggressione finale, e poi gli anni bui e dolorosissimi, segnati anche dal rischio di rimanere cieca e da innumerevoli interventi chirurgici.

Lucia racconta «come si caratterizzano questi rapporti, queste relazioni violente in cui si annida e poi cresce la violenza, che può essere inizialmente una violenza psicologica, ma a poco a poco la tua persona viene schiacciata e viene distrutta e quindi vivi costantemente in mezzo alla manipolazione della verità, dei sentimenti e del pensiero, quindi è una distruzione quotidiana di te stessa e di quello che tu pensi anche di te stessa, di quello che tu senti, perché poi anche i tuoi sentimenti vengono profondamente confusi. È una violenza che diventa fisica e nel mio caso si è conclusa con una aggressione brutale quanto irreversibile, quindi con questo lancio di acido in volto».

Dialogano con Lucia la figlia di un detenuto e persone che hanno finito di scontare una lunga pena.

Molte scuole non hanno potuto partecipare all’incontro dello scorso 14 dicembre con Lucia Annibali, si ringrazia Lucia che ha dato la disponibilità ad organizzare un secondo incontro.

 

  • Lunedì 1° febbraio, dalle 11.00 alle 13.00 videoconferenza con Fiammetta Borsellino

 Incontro con Fiammetta Borsellino, figlia minore del magistrato Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992, quando persero la vita anche i cinque agenti della scorta. Gli attentati a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino hanno rappresentato il punto più alto dell’emergenza criminalità nel nostro Paese.

Dice Fiammetta: «La lotta alla mafia deve partire proprio dai giovani, perché la mafia si nutre del consenso giovanile. Sia mio padre che Giovanni Falcone dicevano che quando i giovani le negheranno il consenso la lotta alla mafia avrà fatto dei grossissimi passi in avanti, è in questo contesto che il ruolo fondamentale è quello della scuola, perché la mafia, diceva sempre mio padre, non la si combatte né con le pistole, né con le “conoscenze giuste”, ma con la conoscenza giusta, che è quella della scuola che ti dà consapevolezza di quelli che sono i tuoi diritti, ma anche i tuoi doveri».

Dialogano con Fiammetta Borsellino la figlia di un detenuto e persone che hanno finito di scontare una lunga pena.

 

  • Martedì 9 febbraio, dalle 11.00 alle 13.00 videoconferenza con Benedetta Tobagi

 Benedetta Tobagi, giornalista e scrittrice, figlia di Walter Tobagi, il giornalista del Corriere della Sera assassinato dai terroristi il 28 maggio 1980 a Milano.

«Quando ho incontrato i detenuti del carcere di Padova l’ho fatto con l’idea di fare qualcosa di utile. Quando un tuo familiare viene ucciso è come se qualcosa dentro te muoia per sempre ed è strano, ma quello che ti viene da fare è qualcosa di positivo. E così ho pensato che se quell’incontro poteva aiutare qualcuno era giusto che lo facessi», racconta agli studenti Benedetta.

Dialogano con Benedetta Tobagi la figlia di un detenuto e persone che hanno finito di scontare una lunga pena.

 

  • Venerdì 12 febbraio, dalle 11.00 alle 13.00 videoconferenza con Giorgio Bazzega

 Giorgio Bazzega, figlio del maresciallo Sergio Bazzega, ucciso nel 1976 in un conflitto a fuoco con un giovanissimo brigatista negli anni tragici della lotta armata in Italia, quando lui di anni ne aveva poco più di due.

«La vittima, in generale, sente di avere il monopolio del dolore» sono parole di Giorgio Bazzega, che ha per anni convissuto con la rabbia, il rancore, la droga usata come “anestetico”, ma poi ha incontrato sulla sua strada esperienze importanti che lo hanno portato a fare la conoscenza con una idea diversa della giustizia, quella che al male sceglie di non rispondere con altro male.

Dialogano con Giorgio Bazzega la figlia di un detenuto e persone che hanno finito di scontare una lunga pena.