Progettualità in condivisione per una comunità includente

Azioni di sostegno per i più fragili e cultura dell’inclusione, in autunno in avvio il terzo dei progetti esito della “Raccolta di idee per tavoli tematici”.


Intervista a Marco Cau che ha accompagnato il percorso di questa nuova iniziativa del CSV di Verona in co-progettazione con le associazioni.

Lo scorso aprile, il primo incontro con ben quattordici associazioni sedute attorno al tavolo del CSV Centro Servizio per il Volontariato di Verona, per raccontarsi reciprocamente idee per iniziative a supporto delle comunità di riferimento.
Poi, dopo l’avvio dei primi due progetti condotti da due distinti gruppi, anche il terzo gruppo ha dato vita a fine luglio al progetto “Per una comunità includente”, grazie a un lavoro di reciproco ascolto, conoscenza, condivisione di proposte e vera e propria progettazione dal basso.
Il progetto vedrà il suo avvio in settembre, con il co-finanziamento del CSV per 70.000 Euro, nell’ambito della “Raccolta di idee per tavoli tematici”, bando di inizio anno, e agirà su tre assi principali: quello dell’empowerment delle persone fragili (in particolare donne già intercettate dalla rete di associazioni coinvolte) per affiancarle in percorsi di inclusione sociale e lavorativa; quello della disabilità, dove si è posto l’accento sull’importanza del “tempo libero” come elemento di qualità della vita per le persone che ne sono portatrici e le loro famiglie, in un mondo in cui le persone con disabilità continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione come membri eguali della società. Il terzo asse di progetto “inFormAzione” agirà sull’importanza della formazione e dell’informazione sui temi del volontariato, della solidarietà, della cittadinanza attiva, per fornire alla comunità strumenti per riflettere sulla condizione sociale contemporanea, per sensibilizzare ogni fascia di età, i giovani in primis, sull’importanza di essere cittadini per ritrovare un senso più profondo al nostro ruolo di attori sociali.

Tre domande rivolte a Marco Cau, agente di sviluppo locale e autore con Graziano Maino di Progettare in partnership (Maggioli 2016) e del blog www.progettareinpartnership.it, che ha accompagnato il CSV di Verona e le associazioni alla generazione di questo bel progetto.

Che cosa significa il lavoro in partnership e come lo ha vissuto al CSV di Verona?
Non c’è partnership senza progetto, capita di ripetere sempre: tanto che ormai è diventato quasi uno slogan. Partnership e progetto sono termini che vanno affiancati e connessi; per costruire partnership di successo è necessario costruire un duplice progetto: il progetto di collaborazione (ovvero la cornice) e il progetto operativo da realizzare insieme (ovvero l’azione congiunta). Il progetto sulla partnership è necessario per definire le regole, i confini, gli strumenti, i linguaggi (…) dell’agire insieme e del collaborare; l’azione congiunta è necessaria per dare senso e contenuto all’aspirazione a collaborare. A Verona il binomio progettare (in) partnership è stato giocato con intelligenza: invece di promuovere una teorica formazione sull’importanza della collaborazione, si è offerta alle associazioni l’opportunità di cimentarsi concretamente nella sfida del collaborare su un oggetto concreto: un progetto comune, finanziabile, che potesse valorizzare la complementarietà di mission diverse ma integrabili.

Come superare le paure di lavorare in rete per trarne benefici collettivi?
Le paure, quando ci si cimenta nella costruzione di percorsi di collaborazione e di progettazione in partnership, sono più che legittime e anzi utili. Considerare le possibili incognite, consente di attrezzarsi e di prevenire i rischi di fallimento. Occorre dunque evitare le partnership retoriche e strumentali (per questo è importante avere un oggetto di lavoro), quelle che sottovalutano i costi dell’operatività (collaborare richiede risorse ed energie), quelle che non definiscono un minimo di accordi, quelle che non considerano l’importanza di una adeguata contaminazione tra organizzazioni. Occorre affrontare queste questioni mettendole sul tavolo, trovando momenti di confronto prima, durante e dopo il percorso di lavoro comune (anche la chiusura della collaborazione è un momento di verifica da non trascurare).

Con la riforma del Terzo settore in atto, che muterà il ruolo dei CSV ampliando la piattaforma dei nostri stakeholder, ma porrà anche tante nuove sfide per tutti gli enti del Terzo settore, in cosa la progettazione in partnership può essere di aiuto?
La progettazione in partnership non rimanda solo alla collaborazione tra organizzazioni di volontariato ma apre alla cooperazione tra mondo del volontariato e altri mondi: contesti sempre più variegati e nuovi problemi richiedono la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative che possono nascere solo da collaborazioni non convenzionali con imprese, imprese sociali, semplici cittadini, enti locali, scuole, biblioteche, commercianti, agenzie di sviluppo… Si tratta di superare un approccio specialistico e costruire progetti cross-sector, trasversali agli ambiti del welfare, dell’educazione, della cultura, della rigenerazione urbana, della cura dei beni comuni… Progetti che affrontano le questioni sempre più interconnesse di comunità articolate, offrendo risposte a un ventaglio di problemi, non più a una questione specifica.

 
CSV – Centro Servizio per il Volontariato di Verona
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